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"Battisti? Era solo un bambino", parla l'ex avvocato

14 gennaio 2019 | 15.57
LETTURA: 4 minuti

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

di Emmanuel Cazalé

"Noi giuristi francesi troviamo assolutamente inaudito che una persona possa essere condannata all'ergastolo senza aver mai potuto spiegarsi davanti ad un giudice". Così all'Adnkronos Eric Turcon, l'ex avvocato francese di Cesare Battisti, commentando l'arresto in Bolivia dell'ex militante dei Proletari armati per il comunismo, all'epoca dei fatti "un bambino". Un arresto le cui reazioni gli fanno dire che "le autorità italiane non vogliono voltare pagina" dopo la stagione degli anni di piombo. "Certo - ammette - è scappato dal carcere" di Frosinone nel 1981 dopo una condanna a 12 anni per banda armata, però "è vero che è stato condannato in contumacia" per la partecipazione a quattro omicidi, ma "la legge dell'epoca era una legge d'emergenza, erano giudici che operavano in un periodo eccezionale".

Battisti, spiega Turcon, "è stato condannato sulla base delle dichiarazioni di Pietro Mutti", uno dei dirigenti di allora dei Pac, "che tra l'altro lo ha aiutato ad evadere del carcere di Frosinone e che poi ha beneficiato, in quanto collaboratore di giustizia, della legge sui pentiti. Mutti lo ha accusato mentre Battisti era in fuga. Sulla base delle dichiarazioni di Mutti, Battisti è stato condannato al carcere a vita. E' incredibile che Cesare Battisti non possa chiedere di essere nuovamente processato", sottolinea l'ex avvocato francese di Battisti, aggiungendo che l'ex militante dei Pac ha sempre dichiarato la sua innocenza.

In Brasile, dove Battisti si è rifugiato nel 2004 dopo aver trascorso quasi quindici anni in Francia, beneficiando della cosiddetta 'Dottrina Mitterrand' che ha rappresentato uno 'scudo' per molti ex terroristi, "è stato fermato" nel 2007 in Brasile su richiesta dell'Italia. Ma nel 2009 ottiene lo status di rifugiato politico uscendo dal carcere.

"Con l'arresto di Battisti in Brasile - osserva Turcon - si aprì un dibattito in seno alla giustizia brasiliana per capire se Battisti fosse colpevole di aver commesso un crimine di diritto comune oppure un crimine politico. L'articolo 5 della Costituzione brasiliana, infatti, indica che qualsiasi persona condannata all'estero e rifugiatasi in Brasile non può essere estradata se ha commesso un delitto politico. E' sulla base di questa norma che il presidente brasiliano di allora Luiz Inácio Lula da Silva ha preso la sua decisione".

L'ex avvocato francese di Battisti ricorda che "c'è una testimonianza importante, quella di Francesco Cossiga", ex presidente della Repubblica ed ex ministro dell'Interno "che all'epoca aveva dichiarato che Cesare Battisti era colpevole di crimini politici non di diritto comune. Per questo il presidente Lula non concesse l'estradizione e lo tenne in Brasile".

Poi, sottolinea ancora Turcon, "la presenza al governo italiano di Matteo Salvini, l'elezione a presidente del Brasile di Jair Bolsonaro, l'alleanza delle destre estreme hanno cambiato la storia. E Battisti ha preso la decisione di scappare dal Brasile perché probabilmente si sentiva in pericolo".

Per l'ex legale, "la questione che si pone è come è possibile che un uomo possa essere condannato a vita senza mai essersi espresso davanti ad un giudice. Immaginate che non sia colpevole, come lui dice di non esserlo", dei quattro omicidi per i quali è stato condannato in contumacia. "Mi sembra di capire che molti italiani, che le autorità italiane non vogliono voltare pagina. Certo è stato un periodo orribile, basta pensare a quello che è successo ad Aldo Moro. Molti ex terroristi dopo hanno detto di essere dei giovani idioti. Battisti era un bambino, aveva 20 anni. Oggi ha 64 anni. Tutto questo è talmente lontano nel tempo". Ora l'auspicio di Turcon è che in qualche modo si possa riaprire la vicenda giudiziaria: "Vedremo quello che succederà".

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