Roma, 10 apr. (Adnkronos)- "L'allarme deflazione lanciato oggi dalla Bce è decisamente infondato" secondo il Codacons perché, spiega l'associazione dei consumatori, "in primo luogo l'attuale disinflazione non va confusa con la deflazione" e in secondo luogo perché "le famiglie non hanno rallentato la loro spesa perché si attendono un calo ulteriore dei prezzi, ma semplicemente perché hanno finito i soldi e sono ridotte sul lastrico".
"Nessun fenomeno di tesaurizzazione. E' dal 2007, infatti, -continua il Codacons- che le famiglie, ininterrottamente, hanno frenato la loro spesa persino per beni indispensabili come i prodotti alimentari (-1,4% nel 2007, -3,3% nel 2008, -3,1% nel 2009, -0,7% nel 2010, -1,8% nel 2011, -3% nel 2012, -3,8% nel 2013) ma lo hanno fatto non certo per l'aspettativa di una riduzione dei prezzi (nel 2008 l'inflazione era al 3,3%, nel 2012 al 3%) ma solo perché lo stipendio non basta più ad arrivare a fine mese". In ogni caso, incalza il Codacons, "non si capisce perché quando i prezzi raddoppiavano subito dopo l'introduzione dell'euro nessuno se ne preoccupava, mentre ora che stanno semplicemente rallentando la loro crescita, tutti si debbano agitare e preoccupare".
Per l'associazione dei consumatori "il calo dell'inflazione non può essere demonizzato. La legge della domanda e dell'offerta, insomma, non può piacere a fasi alterne, solo quando la domanda sale ed i prezzi crescono. Se anche ci fosse un calo dei prezzi, questo servirebbe a salvaguardare il potere d'acquisto delle famiglie e a ridare loro capacità di spesa". "Detto questo, se la Bce vuole immettere nel sistema nuova moneta, cercando di favorire un abbassamento ulteriore dei tassi di interesse e maggiori investimenti, o vuole abbassare a zero il costo del denaro, nulla in contrario" taglia corto il Codacons.