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Bce, cos'è lo scudo anti spread?

15 giugno 2022 | 17.40
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Si studia un nuovo strumento perché uno c'è già, risale al 2012, ma non è mai stato usato

Bce, cos'è lo scudo anti spread?

Cos'è lo scudo anti-spread? Non è facile rispondere, almeno stando alle informazioni che si hanno finora. Nel comunicato che ha seguito la riunione straordinaria del Consiglio della Bce di oggi c'è un riferimento esplicito alla "flessibilità nel reinvestimento dei rimborsi in scadenza nel portafoglio Pepp". Il riferimento è al programma pandemico (Pandemic Emergency Purchase Program) e al rinnovo dei titoli in scadenza. Ma questo, evidentemente, non basta. Perché, facendo un caso di scuola, nel caso in cui fosse il debito italiano a finire sotto attacco, la Bce per intervenire dovrebbe aspettare la scadenza di altri titoli, prima di poter acquistare Btp.

E' qui che si inserisce la seconda parte della comunicazione di oggi, che resta comunque, volutamente, vaga. Il Consiglio direttivo ha deciso di "conferire mandato ai pertinenti Comitati dell'Eurosistema insieme ai servizi della Bce per accelerare il completamento della progettazione di un nuovo strumento anti-frammentazione da portare all'esame del Consiglio direttivo". Si parla quindi di un nuovo strumento, di un nuovo scudo anti spread. Perché? Perché uno scudo anti spread c'è già, ma non è mai stato realmente utilizzato.

E' il meccanismo di difesa messo a punto nel 2012, con le Omt (Outright Monetary Transactions), per sostenere la domanda di titoli dei paesi ‛virtuosi’ (impegnati in politiche orientate al pareggio di bilancio e alla riduzione del debito pubblico) che risultano esposti ad attacchi speculativi a causa dell’elevato livello del loro debito pubblico o dell’effetto di contagio da altri paesi. Lo scudo anti-spread 'originale' prevedeva l’utilizzo del Fondo salva stati (Esm o Mes), con la richiesta dello Stato interessato e la firma di un accordo vincolante e sottoposto a condizioni stringenti, per acquistare titoli di Stato sul mercato primario (le aste del Tesoro) o su quello secondario (dove si scambiano titoli già emessi). Le operazioni sarebbero state gestite dalla Banca centrale europea che avrebbe svolto un ruolo di mediazione.

I condizionali sono d'obbligo, perché nessuno ha mai chiesto l'accesso a quello scudo anti-spread. Troppe condizioni e troppo vincolanti. Ora, se si vuole introdurre un nuovo strumento realmente efficace, quello che sarà studiato dagli uffici tecnici e poi portato all'approvazione del Consiglio della Bce, dovrà avere caratteristiche diverse e condizioni di accesso più agili e automatiche.

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