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Bce: Draghi 'assolve' l'Eurotower ma i mercati volevano di più/Il punto

02 ottobre 2014 | 19.09
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Gravata da troppe aspettative e preceduta da troppe polemiche (da cui in realtà la Bce si era tenuta fuori) la riunione del Consiglio direttivo ha finito con il deludere quasi tutti, con i mercati in subbuglio e perdite per centinaia di miliardi di euro. In realtà nella riunione di Napoli tutto è andato secondo copione: i tassi sono rimasti dov'erano (impensabile qualsiasi tipo di intervento dopo lo choc di settembre), sugli acquisti di Abs e obbligazioni garantite sono arrivati i dettagli preannunciati ed è stato ribadito l'impegno a fare tutto il possibile per rilanciare la crescita e far rialzare l'inflazione.

Aspettarsi un quantitative easing - soprattutto nel momento in cui la Germania è ai ferri corti con la Francia - sarebbe stato eccessivo e probabilmente il tema non è stato neppure affrontato. Se discussione c'e' stata è verosimile che si sia accesa (come anticipava il 'Financial Times) soprattutto sulle modalità per accettare Abs e covered bond emessi in Grecia e a Cipro, nonostante il rating 'spazzatura' delle banche locali.

I dettagli sono stati comunicati alla fine della conferenza stampa di Mario Draghi e sembrano destinati a rassicurare i piu' dubbiosi: i titoli che la Bce acquisterà saranno solo di 'prima scelta' e con un margine minimo di rischio. "Vogliamo essere più inclusivi possibili, ma con cautela" ha spiegato il presidente della Bce in riferimento ai due paesi in crisi.

A meta' mese il via degli acquisti di Abs e covered bond, incertezza su dimensioni del programma

L'accettazione dei titoli greci e ciprioti e' legata alla persistenza di un programma di risanamento definito con l'Ue: "No program no purchases" e' stato il laconico commento di Draghi. In ogni caso, ha aggiunto, "ci sono una serie di misure che attenuano rischi per gli acquisti in questi paesi cosi' che siano risk-equivalent" a quelli di altri paesi.

L'avvio e' previsto a meta' ottobre per gli acquisti di covered bond mentre quelli di Abs inizieranno nel quarto trimestre del 2014. Il programma avrà una durata minima di due anni cosi' da "allinearli con i Tltro", i prestiti mirati appena varati dall'Eurotower. "Questi acquisti - ha spiegato Draghi - avranno un impatto notevole su nostro bilancio e rafforzano la nostra forward guidance".

Ed e' proprio su questo "impatto" che restano i margini maggiori di incertezze. Draghi ha confermato che dopo il programma di acquisti il bilancio dell'Eurotower "arrivera' alle dimensioni che aveva a inizio 2012". L'universo potenziale" degli acquisti e' pari a 1000 miliardi di euro, ha aggiunto, sottolineando che cio' non significa che l'Eurotower portera' avanti acquisti in tale misura ma che punta comunque a interventi con un "notevole impatto". Tuttavia, ha precisato il presidente dell'Eurotower, le dimensioni del bilancio della Bce "sono importanti ma non sono fondamentali, quello che conta davvero, cio' su cui si misura il successo delle nostre misure e' il riportare l'inflazione vicino al target del 2%". E per raggiungere questo obiettivo "il Consiglio direttivo ha assunto un impegno unanime sull'utilizzo di misure non convenzionali".

'L'euro è irreversibile e non è il problema, paesi pensino a risanare'

Ma come gia' ieri, quando nel discorso alla cena di gala aveva 'preannunciato' le contestazioni di piazza (che poi si sono verificate), nelle parole e nei toni utilizzati oggi da Draghi e' risuonata forte l'attenzione al mondo esterno: "Le nostre misure per facilitare i finanziamenti arrivano in maniera dolorosamente lenta all'economia reale" ha riconosciuto il presidente della Bce. Ma questo, ha aggiunto, non puo' far si' che la banca centrale europea sia indicata come la colpevole per la crisi attuale. "Quello che una banca centrale puo' fare - ha ricordato - e' migliorare i canali di finanziamento per gli intermediatori: e' il nostro compito e lo stiamo facendo molto, basta ricordare dove eravamo 3 anni fa" quando il sistema finanziario "era sull'orlo del collasso".

"Capiamo le ragioni che ci sono dietro la protesta, le difficoltà del Paese e la debolezza dell'economia, ma bisogna correggere la percezione che la Bce sia l'origine di questa situazione". La banca centrale, ha spiegato, "ha ridotto i tassi vicino a zero e non si puo' quasi piu' scendere, ha iniettato quantita' mai viste di liquidita' nel sistema, ha approvato un nuovo pacchetto di misure e ha combattuto con successo una crisi di proporzioni sistemiche".

Di piu', e' il senso, a una banca centrale non si puo' chiedere visto che le politiche monetarie hanno i propri limiti, e soprattutto quando i governi devono ancora completare l'attuazione delle misure annunciate. A chi punta il dito contro la moneta unica, Draghi ha ribadito che l'euro "e' irreversibile" ma soprattutto "non è il problema". "I Paesi che devono risanare i propri conti pubblici e fare riforme strutturali devono farlo, che siano dentro l'area Euro o meno. Anzi, sarebbero più costose fuori dall'Euro".

'Attenti a non distruggere i progressi, rispettare le norme del Patto'

La grande paura della Bce - e' emerso dalle parole di Draghi - e' che le forzature come quella preannunciata ieri da Parigi sul rispetto del deficit al 3% possano innescare una spirale di politiche meno rigorose, in grado di vanificare gli sforzi della banca centrale. Per questo, contrariamente alle regole, ha scelto di fare un riferimento diretto alla situazione transalpina dicendosi "fiducioso che il Governo francese prenderà tutte le misure necessarie per quanto riguarda l'entrata in vigore delle riforme strutturali e delle misure previste dal Patto di Stabilità".

"I paesi dell'area dell'euro - è stato il monito di Draghi - non devono distruggere i progressi già compiuti e procedere con le norme previste dal Patto di stabilità". Quelli "che non hanno margini di bilancio - ha spiegato il presidente della Bce - possono trovare, nel rispetto del quadro esistente e continuando il consolidamento dei conti pubblici, misure per sostenere la crescita, ad esempio riducendo le imposte e aumentando le spese di investimento".

Sul fronte opposto (e il riferimento inevitabile e' alla Germania) quelli "che hanno margini necessari invece dovrebbero decidere misure per sostenere la crescita". Insomma, la Bce non prende posizione nel duello Parigi-Berlino, rimandando alla politica le scelte che le competono. Ma, a giudicare dalla reazione dei mercati, quella della Bce è l'unica guida affidabile: e quando la sua voce non è abbastanza 'forte', i danni possono essere molto pesanti.

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