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Bce, Martinale (Bim), decisioni board ultimo acceleratore per azionario Europa

09 marzo 2016 | 14.17
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 - La riunione della Bce del 10 marzo  decide nuove misure per cercare di rilanciare il tasso l'inflazione.
- La riunione della Bce del 10 marzo decide nuove misure per cercare di rilanciare il tasso l'inflazione.

I mercati si attendono un "significativo potenziamento delle misure monetarie espansive" da parte del consiglio direttivo della Bce di giovedì 10 marzo, che potrebbe essere l'ultimo acceleratore della ripresa del comparto azionario europeo, appesantito da notizie che sul fronte economico e politico iniziano a peggiorare. Gli investitori, spiega Aldo Martinale, responsabile delle Funzioni Studi e Analisi di Banca Intermobiliare, si attendono molto dalla riunione di domani dell'istituto di Francoforte, ma "appare difficile identificare un intervento espansivo che possa cogliere veramente di sorpresa i mercati", sicuramente "non un aggressivo taglio dei tassi che, nell’attuale clima di timori per la solidità del sistema bancario sarebbe controproducente". E anche un’espansione del Quantitative Easing, sottolinea, "deve essere ben orchestrata, considerando il recente focus degli investitori sull’impatto decrescente delle misure straordinarie delle banche centrali".

Gli operatori, continua, si aspettano dal consiglio di domani l’introduzione di un sistema dei tassi di interesse a più livelli per le riserve delle banche commerciali, sul modello di Giappone e Svizzera, "che consenta di spingere il tasso sui depositi ancora al ribasso, limitando l’impatto negativo per il conto economico del settore bancario", un allungamento della durata del Quantitative Easing e l’incremento di almeno 10 miliardi di euro al mese, a 70 miliardi, degli acquisti del programma e "un rilassamento delle condizioni dei Tltro e dei vincoli agli acquisti di titoli sul mercato". In ogni caso per Martinale la riunione di domani della Bce è "probabilmente l’ultimo catalizzatore prevedibile di sovraperformance dell’equity europeo, anche perché il posizionamento in vista di misure aggressivamente espansive non è così pesante" come quello per le attese per la riunione dell'istituto di Francoforte dello scorso dicembre.

Anche perché in Europa, avverte, "il flusso di notizie continua a deteriorarsi, a cominciare dai dati macroeconomici dove i dati definitivi sugli indicatori Pmi confermano l’emergere di rischi al ribasso per la crescita per i prossimi mesi e di persistenti pressioni disinflazionistiche". E sul fronte politico, conclude il responsabile delle Funzioni Studi e Analisi di Banca Intermobiliare "la situazione è probabilmente peggiore, dal momento che la gestione della crisi dei migranti rimane subottimale e l’ascesa dei partiti anti-europeisti continua a complicare la formazione di nuovi governi stabili", come in Spagna.

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