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Beirut, i funzionari del porto agli arresti domiciliari

05 agosto 2020 | 17.20
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La misura riguarda tutti coloro che dal 2014 erano responsabili dello stoccaggio di nitrato di ammonio e della sua sicurezza. Decretato lo stato di emergenza nella capitale per due settimane

Foto Fotogramma
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Il governo libanese ha deciso di porre agli arresti domiciliari tutti i funzionari del porto di Beirut che dal 2014 erano responsabili dello stoccaggio di nitrato di ammonio e della sua sicurezza. Lo riferiscono fonti ministeriali citate dal Daily Star.

La ministra per i Rifugiati, Ghada Shreim, ha riferito che saranno messi agli arresti domiciliari "tutti i dirigenti del porto responsabili della gestione, della protezione e dell'ispezione dei materiali esplosivi" dal 2014, anno in cui venne sequestrato il carico di nitrato d'ammonio conservato nel deposito esploso ieri.

Dal canto suo il ministro dell'Interno Mohamed Fahmy ha precisato che la misura prevede un divieto di viaggi "per chiunque abbia un tipo di legame con quanto successo" e ha rivolto un appello "all'unità" ai politici libanesi, a "mettere da parte le dispute per salvare il Paese".

Il ministro ha escluso un'inchiesta internazionale, sottolineando che il Libano ha "le competenze necessarie" per realizzare un'inchiesta oggettiva: "L'importante è trovare i responsabili".

Il governo libanese ha inoltre dichiarato Beirut città disastrata, decretando lo stato di emergenza nella capitale per due settimane. Lo ha annunciato il ministro dell'Informazione Manal Abdel Samad al termine di una riunione dell’esecutivo. Abdel Samad ha riferito che il mantenimento della sicurezza a Beirut è affidato all’Esercito.

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