Riaprirà le sue porte al pubblico domani il museo ebraico di Bruxelles, teatro dell'attentato in cui persero la vita quattro persone lo scorso 24 maggio. L'inaugurazione coincide con la 15esima Giornata europea della Cultura ebraica. Qualche giorno fa una targa commemorativa è stata affissa all'entrata del museo per ricordare le vittime: Myriam e Emmanuel Riva, Dominique Sabrier, e Alexandre Strens. Saranno presenti alla riapertura le autorità politiche, diplomatiche e religiose, oltre al primo ministro belga Elio Di Rupo che pronuncerà un discorso.
"Non vogliamo fare il gioco di certi estremisti che vorrebbero far tacere la cultura. Volevamo riaprire al più presto possibile, ma questo non è stato possibile, perché la giustizia deve prima fare il suo lavoro", ha detto a "Le Monde" Philippe Blondin, presidente del museo situato nel cuore della capitale belga.
In vista della riapertura al pubblico sono state rafforzate le misure di sicurezza, con la presenza di poliziotti nei pressi dell'edificio. "Non si tratta di aver paura, ma questa volta dobbiamo prendere delle misure di sicurezza - ha proseguito il presidente - Non vogliamo trasformare questo edificio in un santuario. Si riprenderà l'attività museale, come prima, ma con maggior determinazione a fare scoprire la cultura ebraica al pubblico".
Intanto un tribunale di Bruxelles ha prolungato di tre mesi la detenzione di Mehdi Nemmouche, il franco-algerino arrestato il 30 maggio scorso a Marsiglia con l'accusa di essere il responsabile dell'attentato. Estradato in Belgio a luglio, il 29enne aveva trascorso un periodo in Siria come combattente a fianco degli jihadisti. Un giornalista francese che è stato tenuto prigioniero per vari mesi ad Aleppo, Nicolas Henin del magazine Le Point, lo ha riconosciuto come uno dei suoi carcerieri.