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Crisi: Bellanova, politica industriale parola d’ordine al Nord come al Sud

29 febbraio 2016 | 10.00
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Crisi: Bellanova, politica industriale parola d’ordine al Nord come al Sud

“La parola d’ordine è politica industriale, al Nord come al Sud. Ha segnato il mio impegno al ministero del Lavoro e sarà la cifra al Mise. Già in questa legge di stabilità il messaggio che il governo lancia alle imprese è chiaro. Io lo tradurrei in questo modo: vogliamo impegnarci in un’alleanza con i produttori per il lavoro”. Lo ha dichiarato la viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, nel corso dell’intervista pubblica a Lecce sul tema 'Mezzogiorno, lavoro, sviluppo'.

A due anni dalla discesa in campo del governo Renzi e dal suo coinvolgimento in prima persona prima come sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, adesso come viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova ha discusso della sua esperienza di governo e dell’impegnativa mole di lavoro che l’attende. A iniziare dall’appuntamento a Bruxelles in cui il Consiglio dei ministri per la competitività discuterà delle questioni legate all’acciaio anche a seguito della lettera del governo alla Commissione europea sulle importazioni dalla Cina e sulla necessità di misure per il settore. Nel corso del confronto la viceministro ha dedicato ampio spazio ai temi del Mezzogiorno. “E’ necessaria - ha sottolineato Teresa Bellanova - una forte assunzione di responsabilità delle classi dirigenti meridionali. E per classi dirigenti intendo innanzitutto i lavoratori, quindi il ceto politico, le imprese, e la pubblica amministrazione".

"Nei fatti stiamo dimostrando di voler radicalmente modificare alcuni paradigmi: penso all’inaugurazione, finalmente, di una politica agricola capace di parlare soprattutto al futuro dell’agricoltura, alle imprese, agli innovatori, alle generazioni più giovani. Alle misure contro le dimissioni in bianco. Alle azioni a contrasto del caporalato, non solo in agricoltura. Alle misure sulle start up e all’innovazione nelle piccole e medie imprese. Al credito d’imposta per le aziende meridionali. Alla riforma del lavoro che amplia la platea dei diritti. Tutte azioni forti che parlano un’unica lingua e che hanno necessità di pari impegno e responsabilità da parte degli altri attori sociali”, ha concluso.

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