(Adnkronos Salute) - Il problema, continua Santanché, è che "dietro lo stesso nome ci sono interventi completamente diversi". E molto spesso la discriminante è il prezzo. "'Quanto costa?' è fra le prime domande che il paziente rivolge - racconta il chirurgo - Ma è come chiedere quanto costa genericamente un'auto. Pensando di risparmiare molti vanno nell'Est Europa, tornando indietro senza la possibilità di essere seguiti nel periodo chiave del follow-up. Allora vengono da noi" per il 'bis' correttivo, a volte un'impresa disperata. L'esperto raccomanda: "Occhio al prezzo giusto' e al rischio 'bidone': dietro una cifra ci sono anche la qualità dei materiali e la bravura del chirurgo".
"Gli interventi più gettonati restano l'ingrandimento del seno, la liposuzione e la rinoplastica", elenca Santanché. Soprattutto, si registra "un grandissimo incremento del face-lifting tradizionale, nonostante la concorrenza di chi propugna i mini-interventi 'della pausa pranzo'". Oggi il popolo del lifting è fatto "da persone sempre più giovani, tanti uomini. Ed è giusto intervenire presto, tra i 40 e i 50 anni, quando non sembra essercene bisogno. In questo modo ritrovarsi 10 anni di meno sul viso significa 'duplicare' il decennio migliore della vita", dai 30 ai 40. A bussare al chirurgo ci sono pure "madri che hanno fatto un intervento tardi, e accompagnano le figlie giovani perché non debbano soffrire i loro complessi".
Se "le donne restano la maggioranza", i maschi le rincorrono: "Chiedono la liposuzione per asciugare pancia e fianchi, lifting, tantissima blefaroplastica" per le palbebre. E "correggono le orecchie a sventola", un tempo coperte dalla moda dei capelli lunghi. L'obiettivo, insomma, è "la ricerca dell'armonia tra se stessi e la propria immagine, per vivere meglio insieme a all'unica persona che non ti lascerà mai: te stesso".