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Berlusconi, 24 anni di processi e polemiche

12 maggio 2018 | 17.07
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

La storia politica di Silvio Berlusconi è legata a quella della giustizia: una trama lunga 24 anni e che ha un inizio preciso: il 22 novembre 1994. Quel giorno, l'allora capo del governo, mentre presiede la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla criminalità transnazionale, riceve un invito a comparire dalla Procura di Milano che indaga sulle tangenti alla Guardia di finanza. E' il via a una serie di inchieste, processi, scambi di accuse e scontri frontali tra il leader politico e le 'toghe rosse'.

Berlusconi riabilitato, ora si può candidare

Dalle indagini su Fininvest e Mediaset, al Lodo Mondadori, fino al caso Ruby dove è ancora sotto processo, da Milano arriva ora la sua 'riabilitazione'. Il Tribunale di Sorveglianza ha cancellato tutti gli effetti della condanna per il processo sui diritti tv Mediaset e l'incandidabilità imposta dalla legge Severino. "Con una sentenza assurda e criminale mi hanno reso incandidabile", le parole usate dal leader di Forza Italia nell'ultima campagna elettorale. Oggi se si tornasse alle urne, il Cav potrebbe candidarsi alle elezioni. Sullo sfondo, però, per chi si è definito un perseguitato della giustizia, restano ancora le aule giudiziarie.

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Il primo interessamento della giustizia risale al 1983 quando la Guardia di finanza segnala un suo presunto coinvolgimento - inchiesta poi archiviata - in un presunto traffico di droga con la Sicilia. La prima condanna, invece, è del 1990: la Corte d'appello di Venezia lo dichiara colpevole di aver giurato il falso davanti ai giudici, a proposito della sua iscrizione alla lista P2, ma il reato è estinto per l'amnistia. Per le tangenti alla Gdf per alleggerire le verifiche alle società Mondadori, Mediolanum, Videotime, Telepiù, viene condannato in primo grado a 2 anni e 9 mesi ma in appello scatta la prescrizione.

Condannato a 2 anni e 4 mesi anche per il processo All Iberian (miliardi di finanziamenti illeciti al segretario del Psi Bettino Craxi), in appello scatta ancora la prescrizione, sempre per le attenuanti generiche. Berlusconi è anche protagonista di una serie di processi per la corruzione dei giudici romani in relazione al Lodo Mondadori e al caso Sme. Ne uscirà pulito anche se la tesi accusatoria verrà provata con la condanna di Cesare Previti. I giudici del Tribunale civile del capoluogo lombardo, invece, stabiliscono che Fininvest deve risarcire Carlo De Benedetti.Non solo Milano. I magistrati di Caltanissetta e Firenze che indagano sui mandanti dietro le stragi del 1992 e del 1993 svolgono indagini sull'eventuale ruolo di Berlusconi e Marcello Dell'Utri. L'archiviazione è il risultato finale di entrambi i fascicoli. La procura di Palermo lo indaga per mafia, ma nel 1998 arriva la parola fine per scadenza dei termini massimi concessi per indagare. Definitiva la prescrizione per il caso Mills, l'avvocato inglese che avrebbe ricevuto 600mila euro dall'ex premier per fornire testimonianze reticenti ai processi per All Iberian e tangenti alla Gdf.C'è il capitolo 'sportivo' - compravendita del giocatore Gianfranco Lentini, falso in bilancio (reato prescritto), il versante politico (l'accusa di aver corrotto il senatore Sergio De Gregorio perché passasse tra le fila della Casa delle Libertà), l'inchiesta finanziaria (Bnl-Unipol, l'ipotesi di aver rivelato informazioni coperte da segreto) e l'indagine estera - in Spagna processo Telecinco, violazione della legge Antitrust e frode fiscale (assolto) - nel lungo curriculum di Berlusconi che conta diversi procedimenti archiviati e assoluzioni.

Il capitolo Ruby è solo l'ultimo di un rapporto conflittuale tra il leader di Forza Italia e la magistratura, lui che si è definito "vittima dei giudici di sinistra" e che ha etichettato i magistrati come "antropologicamente diversi". In aula, nel primo grado del processo, si trova di fronte il procuratore aggiunto Ilda Boccassini e i giudici lo condannano a 7 anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici. La Cassazione però conferma, in via definitiva, l'assoluzione deciso in appello. Se dal punto di vista mediatico è il dibattimento più seguito, è un altro quello che pesa sulla carriera politica di Berlusconi. I pubblici ministeri milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro chiedono la condanna a 3 anni e 8 mesi per il Cav, imputato di frode fiscale nel processo sulle presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv da parte di Mediaset. Il 26 ottobre 2012 l’ex premier viene condannato a 4 anni di carcere. "È una condanna politica, incredibile e intollerabile", il commento dell'imputato. L'1 agosto 2013 la Cassazione conferma la condanna a quattro anni di reclusione, tre dei quali cancellati dal condono. Il resto della pena la espia in affidamento ai servizi sociali, assistendo gli anziani all'istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Il sì del Tribunale di Sorveglianza, sui istanza dei difensori Franco Coppi e Niccolò Ghedini, riconosce che Berlusconi ha 'risarcito' il danno e che il condannato (secondo le norme del codice penale per ottenere la riabilitazione) ha dato "prove effettive e costanti di buona condotta". L'avere processi in corso - da Bari con il caso escort a Milano dove risponde di corruzione in atti giudiziari, con l'accusa di aver pagato una ventina di testimoni perché dicessero il fatto su Karima El Mahroug e sulle cene di Arcore - "non può essere ostacolo alla concessione della riabilitazione", secondo quanto stabilito dalla Cassazione. In attesa di nuovi risvolti giudiziari - la procura generale di Milano può ricorrere in Cassazione sulla decisione dei giudici di Sorveglianza - Berlusconi si gode la sua nuova agibilità politica, mentre Lega e M5S discutono sulla formazione del prossimo governo.

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