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Riforme, scoppia il caso su partigiani e referendum. Bersani contro Boschi

22 maggio 2016 | 16.47
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Maria Elena Boschi
Maria Elena Boschi

"Come si permette la ministra Boschi di distinguere tra partigiani veri e partigiani finti? Chi crede di essere? Siamo forse già arrivati a un governo che fa la supervisione dell'Anpi? È evidente che siamo a una questione politica sconsiderata e avventurista". Lo scrive su Facebook Pierluigi Bersani, commentando le parole della ministra Maria Elena Boschi, che, ospite di In mezz'ora su Rai3, ha dichiarato: "l'Anpi, come direttivo nazionale, ha preso una linea, poi dentro Anpi ci sono molti partigiani, quelli veri, quelli che hanno combattuto la Resistenza, non le generazioni successive, che votano sì alle riforme" costituzionali.

"In nome di una mezza riforma del Senato - prosegue - si rischia di creare una frattura insanabile nel mondo democratico e costituzionale. Ieri Renzi è stato alla Brembo. Spero si sia fatto dare un freno di quelli buoni. E che lo usi subito".

Pe Ernesto Carbone, deputato del Pd, "le parole di Boschi sono chiarissime. Dentro l'Anpi c'è gente che voterà sì. E sono spesso partigiani veri, persone che hanno fatto la resistenza". E "tentare di strumentalizzare queste parole come fa Bersani è meschino. Quanto ai freni - conclude - Bersani e il più grande esperto di inchiodate come ci ricordiamo bene alle elezioni 2013".

Poco dopo arriva il commento dello stesso ministro per le Riforme costituzionali: "Vedo evidenti strumentalizzazioni di una mia frase sui partigiani, detta durante la trasmissione 'In mezz'ora'. Non mi sono mai sognata di dare patenti ai partigiani, né di distinguere tra i partigiani veri o meno veri".

"Ho solo detto - aggiunge Boschi - che fra i partigiani che hanno combattuto la Resistenza, fra chi ha fatto la guerra ce ne sono molti, come ad esempio Il Comandante Diavolo Germano Nicolini, 97enne, che hanno annunciato il loro sì al referendum. Credo, insomma, che anche nell'Anpi ci siano sensibilità e scelte diverse, tutte legittime e sacrosante. Si può essere contenti che alcuni dei partigiani che hanno veramente combattuto siano oggi a favore della riforma? Oppure si devono inventare polemiche anche su questo? Tutto qui".

Anche Pippo Civati, deputato di Possibile, interviene sulle parole della ministra Boschi: "L'altra sera ascoltavo Umberto Lorenzoni, un mito partigiano, parlare della Costituzione, in modo appassionato, e non contro il governo, perché il problema della democrazia e della rappresentanza e della sovranità è più importante degli attuali nomi (e prestanomi) e precede tutto quanto. E merita un rispetto religioso, nel senso di quella religione civile che ha ispirato la migliore politica del nostro Paese. Ascoltavo Lorenzoni e mai - ma ormai è un continuo superarsi - mi sarei aspettato che la numero due del governo dividesse i partigiani in quelli veri e in quelli che non lo sono (quindi, sono falsi?)".

"È una escalation: le pagelle ai partigiani, il continuo delegittimare i vertici dell'Anpi, la scelta di dividere il mondo in chi è che a favore del governo e in chi è contro. E meno male - prosegue - che fingono di ripudiare la personalizzazione che hanno per primi scelto come unico canone della polemica politica. Non basta a questo governo avere diviso e abbandonato la sinistra, no, deve avviare un'operazione anche verso coloro che non ci sono più (operazione volgare come poche altre) e dividere anche gli anziani (ora, ma sempre giovanissimi) che combatterono per la Resistenza. Mi chiedo fino a dove vogliano spingersi. E quando tutti quanti chiederemo quel minimo rispetto che ci vuole. Così diventa una campagna oscena e dissennata", conclude Civati.

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