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Pakistan: Bhatti, Papa ha ragione, per cristiani sofferenza oltre i limiti**

15 marzo 2015 | 18.10
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Il fratello del ministro pachistano per le Minoranze, ucciso quattro anni fa, all'Adnkronos: ''Governo non fa abbastanza per tutelare le minoranze''

(foto Xinhua)
(foto Xinhua)

Quello che ha detto il Papa "è molto giusto, pazienza e sofferenza hanno superato i limiti". A parlare così con l'Adnkronos, dopo l'appello di Francesco perché "finisca la persecuzione dei cristiani che il mondo cerca di nascondere", è il cristiano Paul Bhatti, fratello del ministro pachistano per le Minoranze ucciso quattro anni fa.

"Tutte le persone che credono nella libertà dell'uomo devono unirsi insieme e bloccare questi atti di violenza a nome della religione", continua Bhatti, che fu ricevuto la scorsa estate da Papa Francesco assieme a sua madre. L'attentato di oggi contro due chiese cristiane a Lahore "è un dolore incredibile per tutti noi, speravamo che le cose potessero andare meglio", continua Bhatti secondo il quale il governo pachistano non fa abbastanza contro il terrorismo e la tutela delle minoranze. "Non sembra esserci nessuna forza in grado di bloccare il terrorismo - denuncia - tutte le strutture del paese sembrano precarie, fragili, è molto preoccupante".

Successore del fratello al ministero per le Minoranze nel precedente governo di Islamabad, Paul Bhatti è costretto a passare gran parte del suo tempo all'estero per motivi di sicurezza. Prima dell'attentato, racconta, "stavo programmando una visita nella zona di Lahore con alcuni esponenti religiosi italiani, ma i nostri conoscenti della sicurezza ci hanno sconsigliato di venire. Quindi sapevano che c'era pericolo, ma non sono state prese misure adeguate".

"Il terrorismo è una violenza contro tutto il Pakistan", sottolinea Bhatti, ricordando il massacro del 16 dicembre in una scuola di Peshawar in cui furono uccise 145 persone, quasi tutti bambini. "Tutto il Paese - ha aggiunto - deve essere unito, cristiani e musulmani, tutti uniti contro questa forza che sta uccidendo gli innocenti".

Ed è proprio questo il lavoro che Bhatti sta portando avanti con l'Alleanza di tutte le minoranze del Pakistan (Abma), fondata dal fratello Shahbaz, ucciso da estremisti islamici il 2 marzo 2011. Dell'associazione fanno parte cristiani, hindu, parsi, sikh. E sono molti i musulmani che vi collaborano, spiega Paul Bhatti, un medico che ha lavorato a lungo in Italia. Secondo le sue stime, i cristiani in Pakistan sono almeno cinque milioni, ben oltre il dato ufficiale del 2% della popolazione. Molti di loro sono infatti estremamente poveri e non vengono registrati perché non hanno nemmeno la carta d'identità.

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