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Bibbiano, psicoterapeuta Foti condannato a 4 anni

11 novembre 2021 | 16.10
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Per abuso d’ufficio e per lesioni. I legali: "Ricorso in appello"

(Adnkronos)
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"E una sentenza per noi totalmente inaspettata, non avremmo scelto il rito abbreviato se le carte delle indagini avessero lasciato presupporre una condanna. La situazione ambientale di questo tribunale evidentemente è stata fortemente condizionata dal processo mediatico e ovviamente faremo appello. Continuiamo ad avere fiducia nella giustizia e nel fatto che viviamo in uno stato di diritto". Lo dicono gli avvocati difensori dello psicoterapeuta fondatore del centro Hansel e Gretel, Claudio Foti, personaggio chiave dell’inchiesta ‘Angeli e demoni’ sui presunti affidi illeciti del ‘sistema Bibbiano’. Decisamente contrariati per la sentenza appena emessa al tribunale di Reggio Emilia, gli avvocati Girolamo Andrea Cuffari e Giuseppe Rossodivita  ribadiscono: "Foti non era accusato dei fatti che sono stati raccontati - è stato condannato a 4 anni per abuso d’ufficio e per lesioni. La sottrazione dei bambini non è mai avvenuta, è caduta la frode processuale. Evidentemente il tema dell’abuso d’ufficio è un tema che regge l’impalcatura di tutta l’inchiesta".

"Il dottor Foti è assolutamente estraneo e innocente, il trattamento avuto nei suoi confronti ricorda quello riservato a Enzo Tortora, poi assolto in Corte d’Appello", dicono. "E una sentenza che non sta in piedi dal punto di vista giuridico e ha un carattere ideologico - insistono - La psicoterapia è stata definita eccellente, questo processo è stato paragonato in una perizia a quello di Galileo Galilei perché è stata messa sul banco degli imputati la psicoterapia del trauma. Lotteremo fino all’ultimo secondo affinché l’innocenza del dottor Foti sia attestata anche dai tribunali di questa Repubblica e se questi non dovessero accertare l’assenza di responsabilità andremo in Corte europea dei diritti dell’uomo. La battaglia è appena iniziata".

Lo psicoterapeuta è stato anche interdetto dai pubblici uffici per la durata di 5 anni. Il giudice Dario De Luca ha inoltre disposto la sospensione dall’esercizio della professione di psicologo e psicoterapeuta per 2 anni.

IL PROCESSO - Diciassette gli imputati rinviati a giudizio, cinque prosciolti da ogni accusa. Condannato a 4 anni per abuso d’ufficio e lesioni Foti che, unico insieme all’assistente sociale Beatrice Benati (quest’ultima prosciolta da ogni accusa), aveva chiesto di essere giudicato con rito alternativo.

Per Nadia Campani, funzionaria dell'Unione dei Comuni della val d'Enza, la stessa Procura ha chiesto un verdetto di assoluzione perché "il fatto non sussiste". Il "non luogo a procedere perché il fatto non sussiste", è stato inoltre disposto per le posizioni di Attilio Mattioli, Barbara Canei, Sara Testa e la funzionaria del Comune di Reggio, Daniela Scrittore. Con loro esce dal processo anche l'assistente sociale Cinzia Magnarelli, che ha ottenuto un patteggiamento a un anno e 8 mesi dopo aver iniziato a collaborare con i magistrati.

Affronteranno invece il dibattimento, tra gli altri, la moglie di Foti, Nadia Bolognini, l'ex responsabile dei Servizi sociali della val d'Enza Federica Anghinolfi, il suo braccio destro Francesco Monopoli e il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. Il primo cittadino, eletto in quota Pd, era finito nell'estate del 2019 agli arresti domiciliari ed è stato scarcerato dalla Cassazione. Poi è tornato ad amministrare il Comune della Bassa Reggiana dove hanno sede i servizi sociali a cui la Procura di Reggio contesta di aver alterato le relazioni scritte sui bambini, denunciando presunti abusi o maltrattamenti in famiglia, per poterli dare a scopo di lucro a coppie affidatarie.

I capi di imputazione contro Carletti si erano ridimensionati, scendendo da quattro a due. Inizialmente infatti le ipotesi di reato riguardavano tre episodi di abuso d’ufficio e un falso ideologico. Nel primo caso per aver messo a disposizione della "Hansel&Gretel" i locali pubblici del centro "La Cura" a Bibbiano senza alcuna gara. Nel secondo per aver partecipato alla falsificazione della causale delle somme versate agli affidatari. Nel terzo caso a Carletti si contesta di aver abbassato il valore della soglia dei servizi, spacchettandoli, per prorogarli senza gara. E, infine, di aver affidato il servizio legale all’avvocato Marco Scarpati, totalmente scagionato dalle accuse tanto da veder archiviata la propria posizione.

Al termine delle indagini per il dem rimanevano invece solo due ipotesi: una di abuso d'ufficio (per aver affidato il servizio di psicoterapia dei Comuni della Val d'Enza alla onlus senza bando) e quella di falso. Ora il primo cittadino ha visto ulteriormente ridursi le accuse a suo carico: rimane in piedi solo quella di abuso d'ufficio. Altra figura centrale dell'inchiesta è quella di Federica Anghinolfi, che ha a suo carico decine di accuse e che avrebbe ordinato ai suoi sottoposti di alterare le relazioni scritte sui minori.

(Dall’inviata Silvia Mancinelli)

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