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Bielorussia, crisi migranti dopo contatto Putin-Lukashenko

10 novembre 2021 | 16.52
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Aleksander Lukashenko
Aleksander Lukashenko

L'escalation della crisi dei migranti al confine fra Bielorussia e Polonia è iniziata lunedì, pochi giorni dopo un nuovo contatto, il settimo dall'inizio dell'anno, fra Vladimir Putin e Aleksandr Lukashenko che, la scorsa settimana, hanno copresieduto in remoto il Supremo consiglio di stato dell'Unione fra Russia e Bielorussia e firmato la nuova dottrina militare congiunta, il nuovo concetto per le politiche migratorie e una road map di 28 punti per una ulteriore integrazione fra i due Paesi. L'ntegrazione messa in cantiere alla fine degli anni Novanta, a lungo dormiente, ha subito una accelerazione dopo le proteste che, in Bielorussia, hanno indebolito Lukhashenko in seguito alla sua contestata rielezione dell'agosto del 2019.

Dopo le esercitazioni militari che ogni quattro anni Russia e Bielorussia organizzano a settembre a ridosso dei Paesi Nato, oggi il comando aereo bielorusso ha coordinato il volo di due bombardieri strategici russi Tu-22M3 sui cieli della Bielorussia per testare il sistema di difesa aerea integrato regionale fra i due Paesi. Lukashenko ha anticipato, dopo l'ultima riunione con Putin il rafforzamento dei raggruppamenti militari.

Un doppio segnale, quello dei migranti e degli aerei da guerra, per indicare che, sul fronte dell'Unione fra Russia e Bielorussia, il cosiddetto Stato unito qualcosa sembra muoversi. "Lukashenko, senza dubbio con il sostegno di Putin, ha usato la questione dei migranti per punire l'Ue per aver imposto sanzioni contro il suo screditato regime. Minsk e Mosca sanno che uno dei principali punti vulnerabili dell'Ue è la sua reazione viscerale ai migranti", ha scritto Judy Dempsey in un articolo pubblicato oggi da Carnegie Europe.

"E' importante creare una situazione di stabilità e sicurezza" ai confini esterni dell'Unione un concetto già presente nel trattato del 1999 per la promozione di una maggiore integrazione fra Russia e Bielorussia. "Intendiamo resistere insieme a ogni tentativo di interferenza nelle questioni interne dei nostri Paesi sovrani e la Russia continuerà a fornire assistenza al popolo fratello della Bielorussia", ha affermato Putin dopo l'incontro con Lukashenko la scorsa settimana. Per arrivare a una piena integrazione economica, è necessario garantire la libera mobilità delle persone e considerare insieme i rischi per la sicurezza nella regione. "L'unificazione delle nostre forze militari a livello regionale è uno scudo alla sicurezza non solo per i nostri Paesi ma anche per l'intera geografia della regione ex sovietica".

Il Cremlino oggi esprime "preoccupazione" per la situazione dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia. "La situazione resta estremamente tesa, inoltre, le tensioni stanno crescendo. Siamo molto preoccupati. Comprendiamo la complessità della situazione, ma qui, ovviamente, crediamo che il problema de facto sia con le persone. Diverse migliaia di profughi non vogliono rimanere in Bielorussia e richiedono asilo nei Paesi europei", ha detto il portavoce Dmitry Peskov prima che la Cancelliera tedesca Angela Merkel chiamasse Putin per sollecitare il suo intervento, con l'alleato Lukashenko, per risolvere la "disumana e inaccettabile" crisi al confine.

Commentando le dichiarazioni del primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, che ha accusato la Russia di avere responsabilità nella crisi, Peskov ha affermato, a sua volta, che si tratta di "una dichiarazione completamente irresponsabile e inaccettabile". Eppure, Mosca sarebbe, secondo Varsavia, uno degli hub aerei attraverso cui passano i migranti diretti in bielorussa, traffico artificiale che ha origine in Turchia, Libano, Emirati arabi uniti e Iraq.

Russia e Bielorussia, ha infatti affermato il ministro degli Esteri bielorusso, Vladimir Makei dopo aver visto oggi la controparte russa Sergei Lavrov, lavorano insieme nello sviluppo di una reazione congiunta alle sanzioni e alle pressioni politiche da parte dei Paesi occidentali.

"A fronte di una sempre più crescente pressione delle sanzioni contro i nostri Paesi, abbiamo come obiettivo quello di un lavoro consolidato e sostegno reciproco con i russi, inclusa una reazione congiunta alle attività ostili contro i nostri Paesi", ha aggiunto Makei, precisando che Mosca e Minsk "coordinano efficacemente le loro posizioni su questioni di politica estera, sia a livello regionale che globale".

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