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Biennale Arte, Leone d'Oro alla Gran Bretagna e all'americana Simone Leigh

23 aprile 2022 | 19.00
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Tutti i riconoscimenti consegnati oggi a Venezia

(Afp)
(Afp)

Con il cuore all'Ucraina, contro "l'orrore della guerra", in difesa delle donne in ogni parte del mondo e della libertà di pensiero con le sole 'armi della cultura': sono state l'artista tedesca Katharina Fritsch e l'artista cilena Cecilia Vicuña, insignite dei Leoni d'Oro alla carriera, con le loro parole commosse a dare il senso della cerimonia di premiazione della 59esima Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia (23 aprile- 27 novembre), dal titolo "Il latte dei sogni".

A Ca' Giustinian, sede dell'istituzione veneziana, oggi il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, e la curatrice della Mostra, Cecilia Alemani, hanno proclamato e consegnato i prestigiosi riconoscimenti alla presenza del ministro della Cultura Dario Franceschini, del ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà e del presidente del Veneto Luca Zaia oltre a una ventina di ministri della Cultura di paesi esteri, ambasciatori, artisti, giornalisti e critici d'arte.

La Gran Bretagna ha vinto il Leone d'Oro per la miglior partecipazione nazionale: il padiglione "Feeling Her Way" ai Giardini presenta l'opera di Sonia Boyce. A consegnare il prestigioso premio è stato il ministro Franceschini. Con l'artista inglese Sonia Boyce, sul palco di Ca' Giustinian anche il commissario del Padiglione della Gran Bretagna, Emma Dexter, e la curatrice Emma Ridgway. Il Leone d'Oro, si legge nella motivazione, è stato assegnato alla Gran Bretagna perché Sonia Boyce "propone un'altra lettura delle storie attraverso il suono. Lavorando in collaborazione con altre donne nere, svela una moltitudine di storie rimaste inascoltate. Boyce propone un linguaggio molto contemporaneo nelle forme frammentate che lo spettatore ricostruisce attraverso la sua esperienza nel padiglione. Vengono poste importanti questioni di prova in opposizione alla perfetta sintonia, così come le relazioni tra le voci in forma di coro, a distanza e in diversi punti della mostra".

La Giuria della Biennale Arte - presieduta da Adrienne Edwards (Usa) e composta da Lorenzo Giusti (Italia), Julieta González (Messico), Bonaventure Soh Bejeng Ndikung (Camerun) e Susanne Pfeffer (Germania) - ha deciso, inoltre di attribuire due menzioni speciali alle Partecipazioni Nazionali: alla Francia per "Les rêves n’ont pas de titre / Dreams have no titles" dell'artista Zineb Sedira e curata da Yasmina Reggad, Sam Bardaouil e Till Fellrath; all'Uganda (al suo debutto alla mostra veneziana) per "Radiance: They dream In Time" con le opere degli artisti Acaye Kerunen e Collin Sekajugo, curata da Shaheen Merali.

La menzione alla Francia è stata assegnata come "riconoscimento e gratitudine per lo scambio di idee e la solidarietà, come l’idea di costruire comunità nella diaspora; per aver esaminato la complessa storia del cinema oltre l'occidente e le molteplici storie di resistenza nel suo lavoro". La menzione all'Uganda è stata attribuita "come riconoscimento della loro visione, ambizione e impegno al servizio degli artisti che lavorano nel loro paese: utilizzando materiali scultorei rivestiti di rafia Acaye Kerunen propone la sostenibilità come pratica e non solo come politica o mera astrazione".

Il Leone d’Oro per il miglior partecipante alla Mostra Internazionale "Il latte dei sogni" va all'artista statunitense Simone Leigh (1967, Chicago), che vive a New York, con "Sovereignty". "La monumentale scultura all’ingresso dell'Arsenale", si legge nella motivazione, è "rigorosamente ricercata, realizzata con virtuosismo, potentemente suggestiva che, insieme a Belkis Ayón, ha fornito un’avvincente apertura alle idee, sensibilità e proposte di cui è costellato e animato il percorso di 'Il Latte dei sogni'".

Il Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla Mostra è stato consegnato al libanese Ali Cherri (1976, Beirut), che vive a Parigi. Secondo la giuria, la sua opera offre "una presentazione interdisciplinare e stratificata che porta la meditazione su terra, fuoco e acqua da una prospettiva costruttiva a una dimensione mitologica, rispecchiando la mostra stessa 'Il Latte dei Sogni' nel suo aprirsi ad altre narrazioni che si discostano dalla logica del progresso e della ragione".

La Giuria ha inoltre deciso di assegnare due menzioni speciali ai partecipanti: Lynn Hershman Leeson (1941, Cleveland, Usa), che vive a San Francisco), e Shuvinai Ashoona (1961, Kinngait). Ashoona "rivela nei suoi disegni e dipinti la profondità delle cosmogonie indigene Inuk - si legge nella motivazione - Un'esistenza in cui le specie sono interdipendenti l'una dall'altra, senza la mediazione della colonialità del potere della specie umana. Riconoscendo le violenze dell'impresa coloniale, Ashoona nel suo lavoro propone la possibilità di sfuggire a una via senza uscita ascoltando con attenzione e profondità la saggezza degli indigeni". Hershman Leeson è stato segnalato "per aver indicizzato le questioni cibernetiche che attraversano le mostre in modo illuminante e potente, in un atteggiamento che risale anche a momenti visionari della sua stessa pratica che prevedeva l'influenza della tecnologia nella nostra vita quotidiana".

(di Paolo Martini)

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