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Usa: visita in riserva di elefanti per Bill Clinton e sua figlia Chelsea

04 maggio 2015 | 14.46
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Il marito e la figlia della candidata alle presidenziali del 2016 si sono recati al Samburu National Reserve nel nord del Kenya per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'enorme minaccia che ancora corre questa specie, nonostante i crescenti sforzi di conservazione. Mentre il Segretario di Stato americano ha fatto visita al Parco Nazionale di Nairobi dove si trova un orfanotrofio per elefanti

Bill Clinton  e sua figlia Chelsea (Foto Afp) - AFP
Bill Clinton e sua figlia Chelsea (Foto Afp) - AFP

Visita in una delle più importanti riserve di elefanti africani per l'ex presidente Bill Clinton e sua figlia, Chelsea. I due si sono recati al Samburu National Reserve, nel nord del Kenya, per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'enorme minaccia che ancora incombe su questa specie, nonostante i crescenti sforzi di conservazione.

Da quando la domanda di avorio in Asia ha portato ad un aumento del bracconaggio in Africa, i Clinton sono diventati tra i maggiori sostenitori della causa. Circa 100.000 di elefanti del continente sono stati uccisi per le loro zanne tra il 2010 e il 2012, una tendenza che continua a crescere in quei paesi dell'Africa devastati dalla guerra dove i bracconieri sono spesso legati alle reti criminali e terroristiche.

Quando era segretario di Stato, Hillary Clinton ha promosso una conferenza sulla necessità di porre fine al bracconaggio, chiedendo uno sforzo concreto per proteggere gli elefanti e per una maggiore applicazione della legge. Nel 2013, la Clinton Global Initiative, parte della fondazione benefica della sua famiglia, ha annunciato un programma di 80 milioni dollari per contrastare il bracconaggio e porre fine al traffico di avorio. A seguire le orme di Hillary, ora è la figlia Chelsea. "Mia madre e io abbiamo capito in modo indipendente che ci trovavamo di fronte ad una vera e propria crisi dovuta al bracconaggio. Sapevamo che dovevamo fare qualcosa", ha detto la vice presidente della Fondazione Clinton.

Chelsea poi raccontato di non essere sicura di cosa inizialmente abbia attirato il suo interesse sulla questione: se sia stato vedere gli elefanti al circo o allo zoo di Little Rock, dove ha vissuto da bambina. Quello che è certo è che "c'è un vero e proprio legame emotivo e sapevo che volevo impegnarmi per conservare questa specie". "Il problema si può davvero risolvere, ma le organizzazioni che si trovano qui, in prima linea, hanno bisogno di più soldi per fare quello che stanno facendo", ha detto Chelsea.

Casualmente, anche il successore di Hillary Clinton come segretario di Stato, John F. Kerry, in Kenya per parlare di antiterrorismo e sicurezza regionale, ieri ha fatto una visita agli elefanti. Anch'egli forte sostenitore della lotta al bracconaggio, si è recato al Parco Nazionale di Nairobi dove si trova un orfanotrofio per elefanti.

Qui ha aiutato il personale del parco a nutrire un piccolo e dopo aver ascoltato commosso le storie di giovani elefanti salvati, aiutati a crescere e poi rimessi in libertà, ha colto l'occasione per farsi un selfie con uno dei cuccioli della riserva.

Secondo gli esperti l'attenzione che i Clinton hanno riservato alla questione ha avuto una forza galvanizzante. "In particolare il discorso di Hillary Clinton nel 2012 come segretario di Stato è stato un vero e proprio punto di svolta", ha dichiarato Iain Douglas-Hamilton, fondatore dell'organizzazione no-profit 'Save the Elephants'. Purtroppo se in alcuni luoghi, tra cui Samburu, il sostegno di Hillary ha portato ad avere accesso a fonti di finanziamento e a sistemi anti-bracconaggio all'avanguardia, in molte parti la situazione continua ad essere grave.

Nella Repubblica Centrafricana, per esempio, gli sforzi anti-bracconaggio hanno fatto poco per ridurre il problema. Quest'anno in Congo, dove secondo gli esperti i ribelli del Lord's Resistance Army guidati da Joseph Kony sono coinvolti nel traffico di avorio, 30 elefanti sono stati uccisi in 15 giorni nel Parco Nazionale di Garamba.

Il numero di elefanti uccisi nel 2014 non è stato ancora diffuso, ma dovrebbe essere vicino ai 20.000 dell'anno precedente. Numeri impressionanti che si verificano nonostante le campagne di organizzazioni non governative come la Fondazione Clinton e accordi globali, come la dichiarazione di Londra, nel quale 46 paesi hanno deciso di contribuire a contenere il commercio illegale di specie rare.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista PLOS One, gli elefanti che vivono nelle foreste dell''Africa centrale sono particolarmente vulnerabili. Tra il 2002 e il 2013, il 65% delle specie è stato ucciso per le zanne d'avorio che valgono circa un migliaio di dollari la libbra in Cina.

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