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Bimbo soffocato dalla madre ha provato a difendersi

18 aprile 2019 | 12.03
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Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immagine di repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

di Silvia Mancinelli

Gabriel Faroleto si è difeso dalla mamma che gli stringeva le mani al collo. A due anni e mezzo, in lacrime perché voleva andare dalla nonna, è stato ucciso in strada, ieri pomeriggio, dalla madre che poco prima aveva incontrato il padre del piccolo con il quale non vive più insieme. Donatella Bona, 28 anni di Frosinone, incensurata e mai in cura per problemi mentali, interrogata dai carabinieri aveva ancora i graffi sulle braccia lasciati dal figlio nel tentativo disperato di salvarsi dal soffocamento.

Eppure, una volta compiuto il drammatico gesto, la giovane mamma si è rimessa a camminare verso la casa che le avevano lasciato i genitori, in località Volla a Piedimonte San Germano, iniziando a pensare al copione da recitare. "Me l'hanno ammazzato" ha detto prima ai sanitari del 118 che, arrivati con una eliambulanza, hanno provato a rianimare il piccolo per quasi un'ora nel cortile di casa. "Mi hanno investito con mio figlio in braccio" la prima versione raccontata anche ai carabinieri di Frosinone che con lei hanno ricostruito in auto il percorso che la donna aveva raccontato di aver fatto arrivando fino al presunto luogo dell'investimento.

E' stato lì che il castello di carte costruito dalla ventottenne ha iniziato a crollare pezzo dopo pezzo. Non un segno corrispondente a un incidente, nemmeno la traccia di un'auto in fuga: le prime ammissioni della mamma sono partite da lì e poi, davanti al suo avvocato e al sostituto procuratore Valentina Maisto, la confessione. Poche lacrime, solo all'inizio. Un racconto freddo, di una donna consapevole degli anni di carcere che l'aspettano, cinica davanti ai carabinieri.

Il corpo del piccolo Gabriel è ora nella camera mortuaria dell'ospedale Santa Scolastica di Cassino dove sarà sottoposto a esame autoptico. La madre, invece, è nel carcere femminile di Rebibbia.

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