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Bio Medical Report: Ipotesi ''Deltacron''

11 gennaio 2022 | 11.22
LETTURA: 2 minuti

Come riorientarsi tra poche certezze e nuove incognite

Nello schizofrenico percorso della Covid, simbolicamente segnato dalle prime 12 lettere dell’alfabeto greco (per la verità sarebbero 14, ma “ni” e “xi” non sono state utilizzate per motivi tattici), l'irruzione di Omicron e la velocità della sua propagazione hanno rappresentano un punto di svolta anche e soprattutto rispetto alle fasi precedenti della comunicazione mediatica della pandemia.

A complicare ulteriormente il quadro, già di per sé problematico, da qualche ore si è aggiunta l’ipotesi “Deltacron” nella quale sembrerebbero condensarsi, al netto di possibili “sviste” di laboratorio, caratteristiche delle due varianti ultime in ordine di tempo: la Omicron che avanza senza freni e la Delta che ancora resiste.

Di fatto “due infezioni parallele” causate dallo stesso virus (che oramai assomiglia sempre più ad una piovra dai mille tentacoli), che nell’isola Cipro parrebbero essersi incontrate e coniugate. Attendendo di avere, sull’argomento, notizie più certe, torna l’impellente quesito se il recente aumento di ospedalizzazioni degli ultimi giorni andasse riferito ad Omicron, o non invece, considerando che in Italia un’alta percentuale di infezioni Covid è ancora da imputare alla variante Delta, fosse sempre quest’ultima ad incidere pesantemente sulla perdurante criticità della pandemia. Anche perché questo spiegherebbe il motivo della crescita del numero dei malati bisognosi di assistenza ospedaliera, nella gran parte, purtroppo, non vaccinati.

Ora il guizzo dei ciprioti sembrerebbe ricondurre tutto in uno, riaccendendo angosce, dubbi, timori e qualche perplessità. E ritornano antichi moniti che, pure in passato, avevamo formulato ricordando quanto la sorveglianza genomica, attraverso il sequenziamento delle varianti in circolazione, potesse servire tanto ai fini del monitoraggio delle varianti emergenti di SARS CoV-2, quanto ai fini del precoce inquadramento diagnostico di un’eventuale nuova infezione. Monito evidentemente rimasto inascoltato se si pensa che il nostro Paese, nell’identificazione del corredo genetico del SARS-CoV-2 a partire dai tamponi positivi, è il fanalino di coda dell’Europa occidentale.

Verte su questi punti cruciali la prossima puntata di #BiomedicalReport, il programma scientifico curato dall’immunologo Mauro Minelli, referente per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata.

Con Minelli, saranno in trasmissione alle ore 15 del prossimo 14 gennaio, Il farmacologo Silvio Garattini e Graziano Pesole Ordinario di Biologia Molecolare presso l’Università di Bari.

BioMedical Report è un evento diffuso sui canali social Facebook e YouTube anche dal gruppo ADNKronos e si svolge sotto l’egida della Fondazione per la Medicina Personalizzata.

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