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Biologico, biodinamico, naturale, sostenibile: istruzioni per l’uso

09 maggio 2022 | 17.06
LETTURA: 3 minuti

Cosa significa parlare di sostenibilità del vino? Quali sono le differenze tra vini biologici, biodinamici, naturali? E perché c’è bisogno di così tante certificazioni?

Biologico, biodinamico, naturale, sostenibile: istruzioni per l’uso

Troppo spesso si sente parlare di sostenibilità del vino, termine inflazionato, utilizzato in modo improprio e di rado veramente compreso. Se sostenibilità, termine nato nel 1983 quando le Nazioni Unite hanno creato la Commissione mondiale per l'ambiente e lo sviluppo (in seguito nota come Commissione Brundtland), è un concetto che definisce uno sviluppo sostenibile, la capacità di soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri, preservando le risorse naturali, parlare di sostenibilità del vino significa produrre vino con il minor impatto possibile sull’ambiente. Significa parlare di “viticoltura integrata”, mettendo insieme i migliori metodi a disposizione: lotta biologica e non, sistemi agronomici, ecologia della vigna. Un sistema in continua evoluzione che affonda le proprie radici nella tradizione e utilizza l’innovazione introducendo concetti come biologico, biodinamico, naturale.

Biologico è un percorso di produzione agricola e alimentare a cui i produttori si attengono per ridurre l'impatto ambientale, promuovendo la biodiversità e garantendo il benessere di piante animali. Per quanto concerne la viticoltura la Commissione Europea ha approvato nel 2012 le nuove norme che consentono di applicare l’etichetta di ‘vino biologico’ (con logo europeo) alle bottiglie ottenute da uve bio. La certificazione biologica viene rilasciata dopo tre anni di pratiche in vigneto. Tra le linee guida fondamentali dell'agricoltura e della produzione biologica nell'ambito del vino ci sono: nessun uso di pesticidi chimici, erbicidi, insetticidi (dei circa 300 pesticidi consentiti dalla legislazione dell'UE, solo 20 sono consentiti dagli standard biologici, tutti derivati da ingredienti naturali), fertilizzanti naturali; il divieto d’impiego di lieviti OGM (Organismi Geneticamente Modificati). L'aggiunta di solfiti è consentita (nell'UE) ma i livelli totali ammessi sono inferiori a quelli dei vini non biologici: 100 mg/l per i vini rossi (contro 150 mg/l per i vini convenzionali) e 150 mg/l per i bianchi e rosati (vs. 200 mg/l).

È fondamentale sapere che i requisiti da soddisfare per legge possono essere diversi per singolo stato. Negli Stati Uniti, ad esempio, il vino biologico non può avere solfiti aggiunti; in questo caso riporterà solo la dicitura di “vino prodotto solo da uve biologiche”. Allo stesso modo lo saranno tutti quei vini che in cantina non seguono le linee guida richieste.

Fare Biodinamica significa avere un approccio filosofico basato sulle teorie del filosofo austriaco Rudolf Steiner che definì un insieme di pratiche agricole in risposta alle condizioni del suolo, violentate dall'uso di fertilizzanti chimici. Più rigorosa da un punto di vista puramente tecnico, si basa sulla convinzione che tutto nell'universo sia interconnesso attraverso forze energetiche. Le attività nei vigneti e in cantina (impianto, potatura, aratura, raccolta, fermentazione e imbottigliamento) avvengo secondo il calendario biodinamico per sfruttare le forze vitali dei cicli terrestri e celesti. La certificazione biodinamica non è regolamentata dal governo. È supervisionata e concessa da istituzioni private, in particolare Demeter International.

Sostenibilità è un termine ampio che potremmo definire come consapevolezza dell'impatto a lungo termine delle attività umane sul pianeta. I percorsi biologico e biodinamico entrano pienamente nel concetto di sostenibilità, avendo l’obiettivo di ridurre al minimo l'impatto ambientale negativo dell'agricoltura e della produzione alimentare. Come la si ottiene? Con la gestione sostenibile de vigneto, limitando gli interventi alle aree in cui questi siano effettivamente necessari (es., potatura verde) o differenziando la modalità con cui vengono gestiti i vigneti, massimizzando i benefici. In tal senso la tecnologia oggi offre un grande aiuto all’operatore, con soluzioni che oltre a monitorare di continuo lo stato di salute della pianta, permettono di assecondare le condizioni del vigneto in maniera variabile. L’obiettivo principale deve essere sempre l’instaurarsi di una condizione di equilibrio tra la vite e l’ambiente circostante.

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