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Blitz antiterrorismo, 10 arresti. Anche familiari di italiana votata al jihad

01 luglio 2015 | 08.06
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Blitz antiterrorismo, 10 arresti. Anche familiari di italiana votata al jihad

Vasta operazione della polizia contro il terrorismo internazionale. Numerosi gli arresti e le perquisizioni nelle province di Milano, Bergamo e Grosseto e in una cittadina dell'Albania. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di 10 persone accusate a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo e di organizzazione del viaggio per finalità di terrorismo ma è stata eseguita solo per cinque di esse perché quattro delle persone colpite dal provvedimento sono in Siria e una in un altro paese arabo.

Le indagini condotte dalla sezione antiterrorismo della Digos di Milano hanno permesso di accertare che gli indagati fanno parte di due nuclei familiari, uno formato da cittadini italiani, l'altro composto da cittadini di nazionalità albanese residenti nella provincia grossetana. Il collante tra le due famiglie è rappresentato da una giovane coppia che si è unita in matrimonio nel mese di settembre, per poi partire alla volta della Siria.

L'attività investigativa, avviata lo scorso ottobre, coordinata dagli uomini della polizia di Stato della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione, anche per i profili di collaborazione internazionale, ha riguardato in particolare la giovane donna della coppia, cittadina italiana, che subito dopo la conversione ha intrapreso un percorso di radicalizzazione che l'ha poi spinta a partire insieme al marito alla volta della Siria, per raggiungere lo Stato Islamico e partecipare al jihad. Le attività tecniche condotte dalla polizia hanno consentito di ricostruire il percorso seguito dalla giovane coppia per il raggiungimento della Siria.

La giovane italiana si chiama Maria Giulia Sergio, ha 28 anni ed è originaria di Torre del Greco. Si è convertita all'Islam nel 2009 con il nome di Fatima, dopo il matrimonio con un giovane marocchino. E' lei, ricostruiscono gli inquirenti, a convertirsi e a cercare in tutti i modi di partire per la Siria. Non ci riesce con il primo marito così cerca un secondo 'compagno' che come lei condivida le sue idee, disposto a partire e lo trova in un cittadino albanese.

L'uomo la raggiunge in Italia nel settembre scorso e i due si sposano subito. Quindi partono. Prima una tappa nel grossetano dove organizzano il viaggio in Siria insieme alla famiglia di lui. Poi ripartono verso l'ultima meta. E con il loro viaggio, per gli inquirenti milanesi "si apre uno scenario importante che ha consentito di fotografare come funzionano gli spostamenti, quali sono le regole, quali le tappe". Arrivati in Siria, Fatima resta a casa con la suocera e inizia un vero e proprio 'lavaggio del cervello' a genitori e parenti per convincerli ad intraprendere il medesimo percorso "perché è quello che chiede il Califfato".

Il marito viene subito smistato in un campo di addestramento in Iraq per sei settimane dal quale ne uscirà con il grado formale di mujāhidīn e prenderà parte in azioni sul territorio. Intanto la famiglia di Fatima si è convinta, raccontano ancora gli inquirenti, e lo confermano una serie di azioni: il padre si licenzia, riscuote la liquidazione, vende i mobili su Internet come consigliato dalla figlia, avvia le pratiche per il passaporto. Ma non partirà: lui come la moglie e la figlia sono stati arrestati questa mattina.

''Sono grato a tutti quegli uomini e quelle donne che ci hanno lavorato e felice dei risultati delle forze dell'intelligence''. E' quanto ha dichiarato il premier Matteo Renzi oggi a Berlino, in merito al blitz antiterrorismo compiuto oggi dalla Digos.

"Oggi è una giornata importante contro il terrorismo. Oggi le Forze di Polizia italiane e la Magistratura hanno duramente colpito cellule terroristiche presenti in Italia con due grandi operazioni, a Milano e a Roma", ha commentato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

L'indagine della Digos è "il primo caso in Italia, uno dei primi a livello europeo, di un'indagine che riguarda l'organizzazione terroristica 'Stato Islamico'" ha affermato il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, nel corso di un incontro con la stampa organizzato in Questura a Milano. "Non emergono azioni specifiche" da attuare "in Italia da parte dello Stato Islamico" ha aggiunto il procuratore.

L'inchiesta milanese si è sviluppata anche grazie all'intercettazione e all'individuazione "del coordinatore dei foreign fighters" per conto dello Stato Islamico. "Abbiamo individuato - ha spiegato il procuratore Romanelli - un'utenza turca. E si è aperto uno scenario enorme che ha fornito uno spaccato sulle regole per arrivare lì: accorgimenti materiali, come ad esempio l'indicazione di non usare telefoni di ultima generazione ma solo telefoni di vecchio tipo, la necessità di procurarsi schede locali e buttare la scheda vecchia, o la regola di portarsi con sé una sola valigia senza eccessivo bagaglio". Nelle intercettazioni il presunto coordinatore viene indicato come "colui che vi farà entrare in Siria".

"Questa persona - ha spiegato ancora Romanelli - è una persona importante nello Stato Islamico e rivendica il ruolo di interlocutore con vari Paesi europei. Gestisce il profilo organizzativo ed è in grado di smistare tutte le persone in arrivo e dirigerle verso lo Stato Islamico. A ciascuno viene data una collocazione: gli uomini perlopiù vengono addestrati in campi militari mentre le donne restano a casa e svolgono un lavoro di indottrinamento".

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