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Bollette luce e gas, aumenti: il prezzo bloccato conviene?

07 dicembre 2021 | 09.56
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Di fronte ai rincari, ecco qual è la scelta più giusta

(Foto fotogramma)
(Foto fotogramma)

Bollette di luce e gas come le rate del mutuo? Conviene il costo fisso o bisogna fidarsi e puntare sul variabile? Di certo, il recente aumento sul prezzo di luce e gas farebbero propendere per la prima opzione: eventuali rincari non influirebbero sulla fattura. Il problema è se succede il contrario, cioè se c’è una diminuzione dei costi che colloca la media delle tariffe al di sotto della soglia fissa pattuita. Un rischio, appunto, molto simile a quello del tasso fisso del mutuo. Aspettarsi, però, che il prezzo dell’energia scenda di parecchio e rimanga a basso livello per molto tempo forse è chiedere troppo. Ecco perché si fa largo l’idea della bolletta di luce e gas a prezzo bloccato. Come funziona?

Un dato su tutti può servire a capire quanto si è dimostrata conveniente questa soluzione negli ultimi tempi si legge su laleggepertutti.it. Le impennate dei costi delle bollette di luce e gas nel 2021, nonostante i tentativi del Governo di arrestare la corsa dei prezzi (tentativi a volte riusciti, a volte no), hanno fatto sì che chi ha scelto all’inizio dell’anno l’offerta a prezzo bloccato è riuscito a risparmiare oltre 1.000 euro in 12 mesi. Non male, in un periodo di pandemiche ristrettezze.

Vediamo, allora, come funziona la bolletta di luce e gas a prezzo bloccato e quali vantaggi propone al consumatore.

Mercato libero o a maggior tutela: quale differenza?

Il primo aspetto da vedere prima di parlare di come funziona la bolletta di luce e gas a prezzo bloccato è la differenza tra il mercato libero e quello a maggior tutela. Solo il primo, infatti, può garantire la possibilità di scegliere un’offerta fissa che non tenga conto delle variazioni di costo dell’energia: nel mercato libero, infatti, sono le compagnie a stabilire le proprie tariffe, mentre per quello tutelato bisogna fare riferimento all’Autorità che regola il settore, cioè l’Arera. La maggior tutela, infatti, permette soltanto di scegliere tra una tariffa monoraria (rimane la stessa tutto il giorno) e una bioraria (due tariffe diversificate in altrettante fasce orarie della giornata), con dei prezzi diversi a seconda del tipo di utenza (residenziale o non residenziale).

Il costo dell’energia in bolletta viene determinato dall’Arera, cioè l’Autorità di regolazione per l’energia, le reti e l’ambiente. Questo servizio verrà abolito dal 1° gennaio 2023. Da quella data esisterà solo il mercato libero. Saranno, dunque, le compagnie a stabilire le proprie tariffe e le condizioni, come già succede in altri settori (si pensi alla telefonia e alle telecomunicazioni). Il cliente avrà un ventaglio di offerte e sarà in grado di poter scegliere quella che ritiene più conveniente. Tra le varie proposte, anche quella delle bollette di luce e gas a prezzo bloccato, opzione che nella maggior tutela non esiste.

Bollette a prezzo bloccato o variabile: quale differenza?

Le unità di misura di luce e gas sono, rispettivamente, il kilowatt/ora (kWh) e il metro cubo standard (Smc). Quando questi due valori sono fissi, vuol dire che il costo di kWh e Smc restano bloccati nel tempo per tutta la durata dell’offerta a cui l’utente ha aderito. Di norma, da uno a tre anni. È quello che si intende per bollette di luce e gas a prezzo bloccato, proposte solo dal mercato libero.

Diversamente, la cosiddetta bolletta indicizzata prevede che il costo dell’energia subisca delle variazioni. Le offerte indicizzate rientrano sia nel mercato libero sia in quello a maggior tutela.

I fattori che incidono sul costo della bolletta sono sostanzialmente quattro:

la spesa per la materia prima (elettricità e gas);

le spese di trasporto e di gestione del contatore;

gli oneri di sistema;

le tasse.

È il primo fattore, cioè il costo della materia prima, a condizionare maggiormente l’importo della bolletta. Secondo l’Arera, pesa circa il 54% su quella della luce ed il 45% sulla fattura del gas. Ed è lì che si gioca la partita tra il prezzo fisso o variabile.

Se un utente sceglie di bloccare il costo della bolletta, pagherà sempre lo stesso anche se il prezzo della materia prima sale o scende rispetto alla soglia prestabilita dall’offerta. In sostanza, se il consumatore accetta di pagare 100, può succedere che ci guadagni se il valore della materia prima sale a 120 o che ci perda se scende a 80. Nel caso in cui opti per questa soluzione, dovrà garantirsi un buon margine rispetto al costo della materia prima in quel momento (solo per fare un esempio, di pagare 75 anziché 100) affinché la scelta risulti conveniente a medio o lungo termine.

Per quanto riguarda gli altri tre fattori (spese di trasporto e gestione del contatore, oneri di sistema e tasse) non cambiano tra il mercato libero e quello tutelato. Pertanto, a fare la differenza è solo il costo della materia prima.

Bollette a prezzo fisso: quali vantaggi?

Perché scegliere, allora, le bollette di luce e gas a prezzo fisso? Come detto, c’è sulla carta il rischio che il costo della materia prima scenda sotto il livello pattuito nell’offerta. Ma si sa che questa è un’ipotesi assai improbabile, visto l’andamento dell’energia negli ultimi tempi. Il primo vantaggio, dunque, sarà quello di assicurarsi un costo della materia prima che rimane uguale fino alla fine dell’offerta e di risparmiare nel caso in cui i prezzi del settore subiscano altre impennate.

In più, l’offerta a prezzo fisso del mercato libero consente di differenziare le tariffe di consumo, scegliendo tra:

tariffa monoraria, che viene applicata per tutto il giorno;

tariffa bioraria, che consente di applicare due prezzi fissi in altrettante fasce orarie;

tariffa multioraria, che permette di applicare tre prezzi fissi in altrettante fasce orarie.

Al termine dell’offerta sarà possibile rinegoziare con la stessa compagnia o con un’altra le condizioni per un successivo contratto di fornitura fisso o variabile, a seconda della convenienza riscontrata.

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