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Bolzano: al via 'Equal pay day' per parità retributiva uomo-donna

11 aprile 2014 | 09.35
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Bolzano: al via 'Equal pay day' per parità retributiva uomo-donna

Bolzano, 11 apr. (Labitalia) - La Provincia di Bolzano in prima linea per ridurre il differenziale retributivo tra uomini e donne. Oggi, 11 aprile, si svolge nuovamente su tutto il territorio altoatesino l''Equal pay day', dove 51 organizzazioni locali sono presenti con 21 stand in varie location a Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico, Laives, Ora, Egna, Sarentino, Chiusa, Termeno, Magrè, Lana, Castelrotto e Siusi. Presso gli stand è reperibile materiale informativo e gadget, dalle borse rosse, simbolo dell'Equal pay day', agli strofinacci dedicti agli uomini nonché manuali per la previdenza.

L'assessore provinciale al Lavoro, Martha Stocker, ha sottolineato come la nuova giunta abbia dichiarato nel suo Programma di coalizione l'intenzione di adottare misure volte a diminuire il differenziale salariale nel settore pubblico garntendo sostegno a tal fine al settore privato. Affermando come resti ancora molto da fare l'assessore ha detto che si farà il possibile per creare i presupposti per una migliore conciliabilità fra vita professionale e vita lavorativa.

Un dato di fatto, come ha riferito Franca Toffol, vicepresidente della Commissione provinciale per le pari opportunità per le donne, è che il lavoro di cura di familiari, non retribuito, ricada sulle donne con conseguenze rilevanti in ambito lavorativo. A tal proposito, ha sottolineato che il lavoro di cura è un diritto e un bisogno della società di grande valenza sociale e che e pertanto le scelte politiche devono tenerne conto tutelando il tempo di cura.

Johanna Plasinger, direttrice dell'Ufficio statistiche dell'Istituto provinciale di statistica Astat, ha fatto presente che fra le persone attive in ambito lavorativo nel 2012, benché la differenza si sia ridotta, l'81,7% di esse sono uomini a fronte di un 68% di donne. Guardando l'andamento della vita lavorativa, come ha riferito, emergono due 'rotture' evidenti in quella delle donne nella fascia di età tra i 30-40 anni (per nascita di figli) e in quella fra i 40-54 (per cura familiari anziani). Il part time è, poi, un fattore che compromette la carriera, e viene scelto dalle donne in prevalenza per motivi familiari (42%).

Silvia Vogliotti, dell'Istituto promozione lavoratori, ha detto che, affinché la riduzione del 'gender pay gap' possa diventare una 'mission possible', potrebbero essere adottate alcune misure. In primo luogo, puntare all'orientamento formativo e professionale delle ragazze affinché scelgano studi e professioni a vocazione tipica maschile. Inoltre, sarebbe necessario sollecitare misure di conciliazione lavoro-famiglia nelle aziende.

Un altro passo importante, per Silvia Vogliotti, potrebbero essere misure di empowerment e di mentoring per le donne per lo siluppo di carriera; anche se di difficile applicazione, dovrebbero essere implementati premi di risultato e sariale variabile a fronte delle prestazioni, invece che dalle ore prestate (non penalizzare parttime). Inoltre, si dovrebbe incentivare i padri ad assumere lavoro di cura per riequilibrarne il carico in seno alla famiglia.

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