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Bonus Inps, Tridico nel mirino

11 agosto 2020 | 12.46
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Fdi: "Venga urgentemente in Commissione a riferire". Malan (Fi): "Faccia nomi furbetti o il furbetto è lui"

Bonus Inps, Tridico nel mirino

Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, nel mirino per il caso dei deputati che avrebbero chiesto il bonus autonomi. "Abbiamo chiesto l'audizione del presidente Inps in Commissione Lavoro per chiarire ogni aspetto di questa assurda vicenda che resta ancora opaca per molti aspetti e getta ingiustamente discredito anche su tutti i parlamentari corretti che mai avrebbero fatto richiesta di un ammortizzatore sociale destinato ai cittadini italiani in difficoltà". E' quanto chiedono i deputati Walter Rizzetto, capogruppo della Commissione Lavoro, e Francesco Lollobrigida, capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia. "Prevalgono - aggiungono i deputati di Fdi - i principi di trasparenza che governano la situazione reddituale e patrimoniale dei parlamentari. Quanto accaduto è frutto di una norma folle in linea con la gestione da parte del Governo di questa emergenza". "Io - conclude Rizzetto - sono pronto e disponibile anche entro le prossime ore, non esistono ferie che tengano innanzi ad una penosa vicenda che ha suscitato molto sdegno".

Per Lucio Malan, vicecapogruppo vicario dei senatori di Forza Italia, "ora dopo ora, è sempre più evidente che il primo furbetto è il presidente dell’Inps. La delibera 59 del 15 luglio 2013 dell’autorità anti corruzione (Anac) afferma che non c’è copertura della privacy su questo tipo di erogazioni. Dunque Tridico ha uno scudo molto forte per rivelare i nomi dei famosi cinque, sempre che siano cinque: cosa aspetta? Forse il via libera di Rocco Casalino, il quale sa bene che più la commedia va avanti più la campagna di odio del M5S può funzionare? I cinque hanno avuto tempo di farsi avanti e non l’hanno fatto. Ora tocca al presidente dell’INPS, così vediamo anche se quei cinque esistono davvero". "È tutta una storia interna al M5S: il governo, presieduto da Conte (5S) fa la norma sbagliata, cinque sciagurati deputati (pare uno del M5S) ne approfittano, l’Inps, presieduto da Tridico (5S), prima lascia andare avanti le domande poi lancia avvertimenti anonimi, ma al momento buono non fa i nomi. Ne chiedo conto in una interrogazione al ministro del lavoro Catalfo, sotto la cui vigilanza si trova l’Inps, guarda caso 5S anche lei", conclude.

Contro Tridico anche il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova. "I parlamentari che chiedendo il bonus hanno completamente mancato di adempiere il mandato con ‘disciplina ed onore’ pagheranno un conto salato, prima di tutto reputazionale, come è giusto. Ma cosa e come pagherà il presidente dell’Inps del M5S Tridico, che ha gestito questa opaca operazione di uso politico e partitocratico dei dati di una amministrazione pubblica?. Una operazione di propaganda da regime in vista del referendum, che si qualifica per quello che è: non una riforma della costituzione, ma un attacco generalizzato al Parlamento e alla politica”, dichiara.

A chiedere le dimissioni del presidente dell'Inps è poi Matteo Renzi: "Questi parlamentari hanno compiuto un gesto meschino"; "una vergogna totale. Detto questo mi colpisce il clima populista di caccia alle streghe che l’Inps ha instaurato. Dire e non dire, annunciare e non smentire, far circolare notizie false: ad esempio nessuno di Italia viva ha preso quei soldi, ma perché siamo stati coinvolti anche noi?", dice al Corriere della Sera. "Chi dovrebbe riflettere sulle proprie dimissioni non sono solo i tre parlamentari interessati ma anche e soprattutto il presidente Inps che da mesi dimostra di essere totalmente impreparato e incompetente -spiega il leader di Iv-. Tridico ha sbagliato tutto su cassa integrazione e misure per le partite Iva: per questo deve andare a casa, non per il pasticciaccio sui parlamentari. Aver difeso i colori grillini in campagna elettorale non può essere l’unica ragione per cui viene protetto da Palazzo Chigi nonostante i macroscopici errori. Nei posti di responsabilità vanno messi quelli bravi, non i Signorsì. Spesso mi hanno attaccato sulle nomine, ma vorrei ricordare che io all’Inps avevo indicato una personalità libera e indipendente come Tito Boeri, non propriamente un mio ultrà".

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