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Moda: è rivoluzione nel fashion system con le modelle transgender

11 giugno 2015 | 20.33
LETTURA: 11 minuti

Da Andreja Pejic a Hari Nef, il settore moda continua ad abbracciare le varie forme di bellezza femminile

L'attrice e modella Vittoria Schisano (Foto Marco Barbaro) - MARCO BARBARO
L'attrice e modella Vittoria Schisano (Foto Marco Barbaro) - MARCO BARBARO

Rivoluzionarie e pioniere, ma anche avanguardiste, proprio come la moda stessa si manifesta. Sono le modelle transgender, che stanno cambiando i canoni dell'industria della moda, scuotendo il sistema tradizionale di modeling. Da Lea T., prima transessuale a calcare le passerelle delle collezioni donna nel 2010, passando per Andreja Pejic e Hari Nef, prima modella transgender a firmare qualche settimana fa il contratto globale con la Img Models, una delle agenzie più importanti al mondo, il sistema della moda sembra continuare ad abbracciare le diversità e le varie forme di bellezza.

Dopo aver spalancato le sue porte alle modelle plusize, mettendo in atto una vera e propria rivoluzione curvy, avviata da Franca Sozzani nel numero di giugno 2011 di 'Vogue Italia' interamente dedicato al fenomeno, e ripresa poi quando Candice Huffine è diventata la prima modella curvy a finire sul sofisticato Calendario Pirelli l'anno scorso, il fashion system sembra aver lanciato la sfida transgender per una moda libera da etichette e pregiudizi.

Il fenomeno transgender non investe solo la moda ma anche l'intera comunità transessuale, e ha avuto una cassa di risonanza incredibile la settimana scorsa quando l'ex campione olimpico americano Bruce Jenner, e patrigno di Kim Kardashian, è stato immortalato da Annie Leibovitz su 'Vanity Fair America' presentandosi al mondo come Caityln Jenner, stretta in un corsetto color crema, annunciando così di aver messo fine al suo percorso di transizione da uomo a donna.

"Spero che un giorno si possa parlare solo di modelle, senza dover declinare con le etichette 'transessuali' o 'donne nate già tali' - dice all'Adnkronos l'attivista ed ex parlamentare Vladimir Luxuria - Credo che in molti casi si tratti di grandi modelli di femminilità, di persone dotate di grazia ed eleganza che possono tranquillamente sfilare non 'contro' le modelle nate donne, ma insieme a loro".

Nell'industria della moda pioniera è stata Lea T., supermodella brasiliana, figlia del calciatore Toninho Cerezo, che ha intrapreso e concluso nel 2011 il percorso per cambiare genere. Nata in Brasile ma cresciuta in Italia, a lanciarla nel mondo della moda è stato Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy (di cui Lea T. è anche assistente personale), che la rese protagonista della campagna invernale 2010.

Il fenomeno Lea T. esplode presto, e appare sulle più importanti riviste di moda, come Vogue Paris, per la quale posa nuda nell'agosto 2010. Nel gennaio 2011 entra nella lista delle 50 top più richieste e pagate al mondo. Prima modella transessuale a diventare uno dei volti noti del fashion system, oltre a Givenchy, ha posato per le campagne di molti brand come Philippen e Benetton, dei prodotti per capelli Redken, ed è stata inserita da Forbes tra le 12 donne che hanno cambiato la moda italiana.

Altro caso mondiale è quello della bosniaca naturalizzata australiana Andreja Pejic. Pelle diafana e sguardo ipnotico, è una delle super top transgender. Famosa per la sua androginia, fu scoperta da un talent scout nel McDonalds in cui lavorava, nel giorno del suo 17esimo compleanno. In seguito a un intervento di riassegnazione sessuale al quale si è sottoposta l'anno scorso, Pejic è oggi una donna. Dopo aver calcato le passerelle internazionali da Marc Jacobs a Jean Paul Gaultier, sfilando sia per le collezioni uomo che donna, ha raggiunto un nuovo record diventando il volto della linea di cosmetici Make up for Ever, prima transessuale a essere ingaggiata per una campagna beauty così importante.

Anche la rete continua a essere stimolata sul fenomeno transgender, come Facebook, per esempio, dove figurano più di 50 opzioni tra le quali scegliere per definire il proprio genere sessuale. Secondo quanto ha riportato il 'New York Times' martedì scorso, seguendo uno studio pubblicato dall'Ufficio Censimenti degli Stati Uniti, dal 1936 circa 140.000 persone hanno cambiato il proprio nome da un genere biologico al suo opposto, e 30.000 hanno cambiato sesso. Nel 65% dei casi si tratta di uomini transgender, mentre la percentuale di donne transgender è del 35%.

"Oggi avere in passerella una modella trans non scandalizza più - afferma Luxuria - ormai non si fa per strumentalizzare o per pubblicizzare il fenomeno o per spirito di provocazione, ma semplicemente perché gli stilisti scelgono delle persone che sono capaci di indossare e di portare con grazia i propri abiti. Purtroppo ci sono quelli che continuano ad avercela con le transessuali, come quando sono stata invitata a 'E' sposa', la fiera di Napoli dedicata ai matrimoni, per indossare un abito nuziale, e ci furono delle scritte con lo spray di militanti di Forza Nuova contro di me. Io sono stata invitata per indossare un abito da sposa e non vedo per quale motivo non potessi farlo, ma sono sicura che più passerà il tempo più l'argomento sarà sdoganato".

L'approccio genderless dell'industria della moda a questo fenomeno ha riferimenti e rimandi continui anche allo stile unisex, contemplando l'annullamento dei generi. Da Gucci a Prada, passando per Rick Owens, Dries Van Noten e Chanel, sono molte le case di moda che hanno fatto dell'annullamento del genere una delle cifre delle loro ultime collezioni. Uomini in gonna e camicie a balze femminili, donne androgine che sfilano in abiti maschili, il gender bender, sdoganato già negli anni '80 da Boy George, è stato ripreso poi dalla catena britannica di grandi magazzini Selfridges che, cavalcando il trend emerso dalle passerelle, ha deciso di dedicare un'intera sezione all''Agender Clothing', capi e accessori che possono essere indossati indifferentemente da donne e uomini.

Al fenomeno transgender non sono rimaste indifferenti le riviste patinate, come 'Vogue Italia', che dedicò più di 20 pagine nel numero di marzo 2012 a modelle donne vestite e truccate da uomini transessuali, e la rivista 'Candy', primo magazine dedicato al mondo transessuale, che nel 2010 mette in cover un irriconoscibile James Franco immortalato da Terry Richardson nei panni di una trans. Se è vero che la moda è anche e soprattutto sperimentazione, le modelle transgender che stanno emergendo nel fashion system sono un mosaico di donne dalle caratteristiche diverse, estremamente accattivanti, che stanno ridefinendo i canoni della bellezza.

Se la rivoluzione transgender non ha ancora investito completamente l'opinione pubblica, l'ha almeno scossa. Su Sky Atlantic è appena sbarcata la serie americana 'Transparent', vincitrice di due Golden Globes, e incentrata sulle vicende di una famiglia in cui il padre è transgender. Anche nella celebre soap opera 'Beautiful', viene fuori che Maya, uno dei personaggi chiave, e futura moglie del figlio di Brooke, è in realtà un uomo, mentre l'attrice statunitense Laverne Cox, star della serie tv 'Orange Is the New Black', è diventata la prima transgender a entrare nel museo delle cere di Madame Tussauds a Londra.

Altra figura a calamitare l'attenzione internazionale è Isis King, scoperta da Tyra Banks nell'undicesima stagione del reality dedicato alle modelle emergenti 'America's Next Top Model', grazie al quale si è imposta presto come prima modella transgender dello show. Una volta terminato il programma ha collezionato una lunga lista di copertine, apparendo su 'Seventeen', 'Out' e nel numero speciale di 'Candy' nel 2014, al fianco di altre 13 modelle transgender.

A spiccare nel panorama delle modelle transgender anche l'olandese Valentijn de Hingh. Fotografata da Patrick Demarchelier per 'Love' e 'Vogue Italia', ha sfilato per alcuni tra i brand più importanti come Maison Margiela e Comme des Garçons, ed è diventata famosa in patria per un documentario in cui, allora 17enne, si sottoponeva a un intervento di chirurgia per il riassegnamento di genere.

"Credo che spesso le persone come noi, che la femminilità non l'hanno avuta come dato acquisito dalla nascita ma che è stato un terreno di conquista, hanno anche imparato ad affinare un po' le armi della seduzione - spiega Luxuria - ma anche dell'eleganza e della femminilità, quindi molte modelle transessuali hanno un forte appeal, sono seducenti perché diventano un 'role model', un modello di riferimento, ma non per altre transessuali, bensì per altre donne".

Sulla stessa lunghezza d'onda Vittoria Schisano, l'attrice e modella che nel 2011 ha intrapreso il percorso per cambiare sesso, conclusosi nel marzo 2014: "E' l'eleganza che spesso fa la differenza - dice l'attrice - anche se tutti si aspettano un'esasperazione della tua femminilità, perché sei due volte elegante, due volte femminile e chic, e le persone rimangono senza parole quando ti incontrano. Ci sono donne che fanno squadra e ti battono le mani, altre invece che cercano di trovare il pelo nell'uovo anche quando non c'è, criticando il tuo passato. C'è molta competizione tra le modelle, le attrici e le donne in generale".

"Sono stata testimonial diverse volte di campagne pubblicitarie, tra cui quella di Gabriele Fiorucci, e ho sfilato in passerella sia al Pitti che a Milano - continua Schisano - penso che la bellezza non abbia etichette quindi che l'occhio la riconosce a prescindere dal fatto che una donna sia biologica o che abbia fatto un percorso di transizione. Non penso che la bellezza abbia un'etichetta o un colore, come oggi vediamo ad esempio modelle con la vitiligine o con caratteristiche molto particolari, definire la bellezza sarebbe un po' frustrante perché non può essere inquadrata: se una cosa ti piace e ti dà emozione è bella e basta".

Dopo un lungo percorso per cambiare genere, l'attrice e modella ha finalmente raggiunto un suo equilibrio: "Oggi mi sento completamente serena e in equilibrio e finalmente donna perché questo lo dicono i documenti, lo dice l'etica, la morale e il buon senso - sottolinea l'attrice - sei transessuale quando stai transitando da un punto all'altro, nel momento in cui questo percorso di transizione è terminato, sei una donna a tutti gli effetti quindi a volte è anche spiacevole quando leggo di giornalisti che mi etichettano come 'attrice transessuale' o mettono la foto del 'defunto' Giuseppe (l'attrice è nata Giuseppe Schisano, ndr) che è assolutamente un errore. Io sono un'attrice, sono una donna e voglio essere definita così".

Ognuna di queste top model sta facendo leva sulle molteplici diversità e sfaccettature del sistema moda, sebbene condividano ancora la paura di essere etichettate o discriminate: "Tra le modelle e donne in generale c'è paura di discriminazione - afferma Schisano - anche donne molto sicure e molto belle diventano insicure quando si accorgono che tutti gli occhi delle persone sono puntati su di loro, soprattutto se c'è chi fa leva sul tuo passato per metterti in difficoltà perché si accorgono che sei una bella donna e che il risultato che hai raggiunto per loro è imbarazzante".

Tra le promesse della moda internazionale spicca anche la ventiduenne Hari Nef. La sua allure sofisticata ricorda molto l'eleganza androgina della top model britannica Stella Tennant e lo stile energico di Edie Campbell. Tutti parlano di lei da quando ha firmato, qualche settimana fa, il contratto globale con la Img Models, diventando la prima modella transgender della storia ad aggiudicarsi un simile ingaggio. Tra le modelle transgender figurano anche Pari Roehi, Geene Rocero, Arisce Wanze, Ines-Loan Rau e Carmen Carrero.

Che sia questo il segno di svolta che ha spalancato le porte della fashion industry alle modelle transgender? "Oggi paradossalmente è finita l'epoca in cui erano le transessuali che dovevano imitare le donne, e ci possono essere dei casi in cui le transessuali diventano il loro modello di riferimento", conclude Luxuria.

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