La Borsa di Milano chiude la settimana in forte calo, insieme alle Borse europee, nonostante i dati macro in arrivo dagli Usa, che registrano miglioramenti nell'andamento dell'economia statunitense. Il Ftse Mib archivia la giornata in ribasso dell'1,88% e, sull'indice, le vendite si sono concentrate su Fca, Banco Popolare e sui titoli energetici. Nell'ultimo caso, è il petrolio ad aver creato qualche problema: le quotazioni del greggio a New York oggi sono tornate sotto i 37 dollari al barile, segnando un ribasso del 4%.
Dopo i dati dell'Ism sul settore manifatturiero americano, con un indice Pmi in crescita del 2,3% a marzo rispetto a febbraio, il Dow Jones e il Nasdaq hanno virato in rialzo. Chiudono la seduta in calo, invece, Parigi (-1,4%), Francoforte (-1,7%), Amsterdam (-1,2%), Madrid (-1,38%) e Londra (-0,47%).
A Piazza Affari, Fca perde il 4,8% a fine seduta dopo i dati sulle vendite negli Usa, che segnano un rialzo dell'8% a marzo, che è "il miglior marzo dal 2006". In deciso ribasso anche il Banco Popolare (4,6%) mentre è in corso il cda sulla ricapitalizzazione da 1 mld di euro. Telecom Italia cede il 3,4%. Eni perde il 3,8%, Saipem il 2,27%. Di nuovo, come ieri, brillano Azimut (+3%) e Anima (+2,3%). Sull'All Share sprint di Carige (+2,7%) dopo l'assemblea di ieri e in attesa del cda di lunedì, che dovrà iniziare a discutere dell'offerta lanciata dal fondo Apollo o preparare un piano alternativo.