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Borse europee chiudono in rosso, a Piazza Affari giù Fca e Pirelli

08 marzo 2019 | 18.22
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Le indicazioni negative arrivate dai dati macro penalizzano i listini europei in chiusura di ottava: le importazioni cinesi a febbraio sono scese di 20 punti percentuali, gli ordini all’industria tedesca hanno segnato un -2,6% mensile e il saldo delle buste paga statunitensi, il dato generalmente considerato tra i più importanti del mese, è risultato positivo per “sole” 20 mila unità, circa 160 mila in meno rispetto al consenso e -290 mila sul dato precedente.

“Anche se l’economia statunitense si trova ad affrontare alcune sfide –ha commentato James Knightley di ING - questo report è particolarmente decorrelato con le indicazioni arrivate dalla componente occupazionale dell’ISM, dalla stima ADP e dai numeri sui posti di lavoro contenuti nell’indice NFIB (quello delle piccole imprese, ndr)”. Ed inoltre, continua l’esperto, contraddice anche le indicazioni arrivate dal Beige Book della Federal Reserve, secondo cui “l’occupazione è cresciuta in diversi distretti”.

“Potremmo argomentare che indicazioni deboli dalle payrolls sono legate all’impossibilità delle imprese di assumere i lavoratori necessari – la National Federation of Independent Businesses ieri ha rilevato come il 37% non riesca a coprire i posti vacanti- ma questo sembra più un errore nei dati”.

Segno meno per il listino di Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha terminato in rosso dell’1,03% a 20.484,39 punti. In particolare evidenza FCA, scesa del 2,63% a causa del protrarsi delle trattative tra Stati Uniti e Cina in tema di dazi e del timore di un rallentamento eccessivo dell’economia globale. Lettera anche per Pirelli (-2,39%) e Brembo (-0,59%).

Comparto bancario all’insegna della debolezza con il -2,53% di UniCredit, il -0,68% di Intesa Sanpaolo e il -2,81% di Banco BPM. Oggi lo spread con i titoli tedeschi ha fatto segnare un nuovo, lieve, arretramento portandosi a 243 punti base (-0,25%). Di poco sotto la parità Atlantia (-0,37%), in attesa di novità sull’ingresso di nuovi investitori nelle controllate e deciso segno più per Azimut (+3,21%) dopo i risultati.

All’indomani del meeting della BCE torna a salire l’eurodollaro (1,12367, +0,39%, -1,2% nella settimana) e seduta di vendite per il Brent, in calo del 2,8% a 64,47 $/barile. (in collaborazione con money.it)

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