Anima del centro storico, storia di intere generazioni, testimonianza della creatività artigiana che in diversi casi ha saputo conquistare anche il cinema e la moda, sono tante le botteghe storiche che, piegate dalla crisi, hanno spento le luci. A Roma, tra le altre, hanno già chiuso due pezzi da 90: la passamaneria Crocianelli in via dei Prefetti, dove si sono fermati registi come Luchino Visconti e firme dell'alta moda come Roberto Capuccio e il laboratorio del plissé delle sorelle Antonini in via Quintino Sella che ha realizzato l'abito bianco di Marilyn Monroe nel film 'Quando la moglie è in vacanza'. Un destino che, senza interventi, potrebbe essere condiviso da altri negozi storici del Lazio. Ma la Regione ha già pronta una proposta di legge per fermare l'emorragia.
"Purtroppo siamo di fronte a un vero e proprio fenomeno di spopolamento di botteghe storiche e artigiane nella Capitale, soprattutto di attività artigiane nell’arco degli ultimi trent’anni", commenta all'Adnkronos Lorenzo Tagliavanti, direttore della Cna del Lazio e presidente della Camera di Commercio di Roma. "Nel 1991 il censimento dell’Istat registrava nel centro di Roma cinquemila botteghe storiche - spiega - Non esisteva chilometro quadrato al mondo così denso di attività artigiane. Nel 2000 nel centro storico ce n’erano meno di duemila; a oggi meno di mille. Quello dell’artigianato è, quindi, un settore in fortissima sofferenza. Le difficoltà, inoltre, si sono aggravate a causa degli effetti della pandemia". Le cause per cui gli storici negozi chiudono sono molteplici, "sicuramente quella dei canoni di locazione ha il suo peso", evidenzia Tagliavanti.
"Nella città, e ancor di più nelle città d’arte - osserva il presidente della Camera di Commercio di Roma -, il ruolo dell’artigianato dovrebbe essere maggiormente valorizzato. Gli artigiani danno vita alle città e soprattutto ai centri storici. Le grandi città d’arte sono state fatte da grandi artisti che lavoravano fianco a fianco a grandi artigiani. Gli artigiani permettono di vivere esperienze ai turisti che vengono nelle città d’arte a cercare il bello e il ben fatto che chi meglio degli artigiani può offrire". Dunque, ben venga la legge regionale sulla tutela e valorizzazione delle botteghe storiche.
Prima firmataria della proposta di legge (n. 267 del 30 dicembre 2020) è la capogruppo Pd della Regione Lazio Marta Leonori. E' stata sottoscritta da tutti i gruppi di maggioranza, ora è in Commissione Bilancio dove sarà stabilita la copertura finanziaria degli interventi previsti nel provvedimento. "La legge - spiega Leonori all'Adnkronos definisce prima di tutto cosa si intende per botteghe storiche, prevedendo un loro censimento e la realizzazione di un albo regionale che tiene conto dei riconoscimenti comunali già esistenti. Prevede inoltre la creazione di un fondo per la tutela e la valorizzazione di queste botteghe ma anche di attività come chioschi, edicole o dei mercati storici. Insomma una legge che cerca di fornire a queste attività gli strumenti per essere valorizzate".
"Il numero delle botteghe storiche nelle nostre città è in forte diminuzione - avverte Leonori - A Roma parliamo di circa 200 oggi riconosciute su loro istanza secondo una vecchia delibera comunale e almeno altrettante ancora non riconosciute. Per quanto riguarda le botteghe artigiane, invece, se analizziamo i dati degli ultimi 30 anni sono ancora più impietosi". Ne sono sparite 4.000. "Numeri che fanno riflettere. Si tratta infatti di attività che, se vengono chiuse, sono perdite insostituibili", sostiene Leonori che auspica una approvazione del testo in tempi brevi.
Salvo intoppi, già "nel giro di un paio di settimane il testo approderà nell’aula consiliare per essere approvato prima della pausa estiva", afferma all'Adnkronos la consigliera della Lega Laura Corrotti, vicepresidente della Commissione Bilancio alla Pisana. "Le botteghe storiche - sottolinea Corrotti - rappresentano il tessuto produttivo più antico della nostra società, la culla degli antichi mestieri e come tali sono un patrimonio e una ricchezza da salvaguardare a tutti i costi. In questo senso l’approvazione di una normativa ad hoc ci consentirà di riconoscerne il valore e sostenere tutte le attività attraverso un censimento e l’istituzione di un elenco regionale che garantirà l’accesso ad un Fondo con il quale potranno essere finanziati progetti di promozione e valorizzazione delle botteghe storiche. Si tratta - prosegue - di un primo ma significativo passo per sostenere, specialmente in un momento di grande crisi economica come quello attuale, il Made in Italy, affiancando i Comuni nel rilancio delle tradizioni locali, mettendo a sistema tutte le risorse disponibili. Su questa legge non faremo mancare il nostro appoggio, per far sì che sia approvata rapidamente in Aula e che ad essa siano affiancate, sia oggi che in futuro, nuove politiche di sviluppo per tutti i settori produttivi della nostra regione".
Un provvedimento, dunque, condiviso. D'altronde, come dice Tagliavanti, "non si può non essere d’accordo sulla necessità di evitare che il cuore di Roma venga svuotato da ogni attività artigiana. Ricreare distretti artigiani e far rinascere i laboratori e le attività creative è essenziale anche per evitare la progressiva musealizzazione dei centri storici delle città d’arte".
"Sono convinta - conclude Leonori - che gli esercizi tradizionali debbano essere sostenuti e possano contribuire ancora in un futuro, che mi auguro il più prossimo possibile, a rilanciare l’intero settore delle attività commerciali e artigianali e il turismo. Si tratta anche di un riconoscimento a coloro i quali da molti anni rappresentano nei nostri comuni e, soprattutto a Roma, un baluardo e un simbolo dell’economia locale. La sottoscrizione della proposta da parte di tante colleghe e colleghi è motivo di orgoglio e mi auguro possa accelerare la condivisione in Consiglio regionale. Per una Regione a fianco delle imprese, del territorio e della cultura".