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Agroalimentare: Bper e il Modena Terminal, un modello per valorizzare l'economia reale

09 novembre 2015 | 09.00
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Agroalimentare: Bper e il Modena Terminal, un modello per valorizzare l'economia reale

"E' cruciale che soggetti forti come gli istituti di credito facciano fino in fondo il loro lavoro di accompagnamento delle imprese, in particolare delle imprese agricole, e soprattutto in questo momento in cui non è semplicissimo, per chi vive di agricoltura, vedere remunerato il proprio lavoro". Così il ministro delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, ha parlato oggi al forum Monzani, sotto la Ghirlandina, del modello Modena Terminal, la società controllata al 100% da Bper che si occupa del deposito e stagionatura di generi alimentari, primo fra tutti il Parmigiano Reggiano.

L'occasione per parlare di questo progetto imprenditoriale che vede il mondo del credito ed economia reale camminare fianco a fianco per valorizzare le eccellenze locali e creare valore aggiunto, è stata la tavola rotonda 'Agricoltura, ambiente, prodotti tipici: il caso di Modena Terminal', organizzata da Bper.

"Soprattutto in questi territori, abbiamo delle bellissime interazioni tra istituti di credito e sistema dell'impresa agricola e credo che questo rapporto vada rinnovato sempre di più" ha aggiunto il ministro, che dopo il convegno ha anche visitato il grande deposito dove le forme di Parmigiano Reggiano, sono conservate, mentre stagionano. "Sono contento di essere qui perché questo è un esempio assolutamente evidente di come si può fare bene banca - ha concluso Martina - al servizio di un sistema produttivo agroalimentare territoriale, innovando strumenti e guardando in faccia anche alle nuove esigenze delle imprese agricole".

Modena Terminal custodisce 120mila forme di Parmigiano Reggiano. Si tratta di un controvalore di circa 35 milioni di euro. Un vero e proprio caveau del 're dei formaggi'. A consegnare le forme nelle mani esperte dei 7 addetti specializzati che curano le forme durante la stagionatura, sono circa 20 clienti, tra aziende produttrici e negozianti che depositano la merce e in cambio ottengono una nota di pegno o fede di deposito.

Grazie all'introduzione di questi titoli, ad oggi Bper Banca ha in essere operazioni di finanziamento garantite dal Parmigiano Reggiano, e da altri formaggi Dop, per oltre 100 milioni di euro. Ad essi si aggiunge un'ampia disponibilità per finanziamenti rivolti al potenziamento del settore, in particolare a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese.

"Credo che il settore agricolo e agro-alimentare sia uno dei punti di forza del nostro Paese" ha rimarcato l'ad di Bper Banca Alessandro Vandelli, spiegando come sia "importante, che banche e istituzioni si interroghino sul come poterlo sostenere e sviluppare". "Noi abbiamo promosso una serie di iniziative di sostegno, nella quale si innesta la nostra esperienza di Modena Terminal" ha aggiunto Vandelli, ricordando che Bper "lavora in questo ambito dal 1923".

"Abbiamo avuto qualche problema con il terremoto che ci ha danneggiato, ma non abbiamo avuto nessun dubbio, neanche per un istante - ha ricordato l'ad - abbiamo deciso di lavorare subito per ricostruire la nostra struttura e renderla ancora più efficace e tecnologica" ed oggi è "un punto di riferimento per il settore lattiero-caseario". "Il fatto di aver trovato il modo di finanziare le scorte di un prodotto che deve maturare e stagionarsi per 18, 24 o più mesi - ha concluso Vandelli - credo sia un aiuto concreto importante".

"E' un progetto assolutamente importante - ha confermato il presidente del Consorzio di Tutela del Parmigiano Reggiano Giuseppe Alai - perché così si costruisce un legame fortissimo tra prodotto del territorio e cultura del territorio".

"Poiché ci rivolgiamo ad un mercato sempre più aperto e competitivo, e le proteste di questi giorni a Lodi lo dimostrano, questi momenti sono importantissimi perché costruiscono una coesione di sistema - ha ribadito Alai - nel senso che cercano di armonizzare ed omogeneizzare una cultura del 'fare insieme' che probabilmente in passato nessuno aveva mai considerato adeguatamente, visto che vi erano delle misure ad hoc".

Il terremoto del 2012, dunque, non ha risparmiato Modena Terminal. Le scosse, infatti, danneggiarono 13.800 posti forma su 120mila, causando danni complessivi di 1,6 milioni di euro, di cui oltre 1 milione su merci di terzi, depositate in magazzino. Ad essi si aggiungevano 250mila euro di costi di recupero e messa in sicurezza e 350mila euro per impianti, scaffalature e opere in muratura. Ma la società modenese si rimboccò le maniche da subito.

Con un investimento complessivo di 1,6 milioni di euro l'intero magazzino è stato sistemato, ed è risorto migliore di prima. Oggi, infatti, tutte le scaffalature sono ricostruite in modo anti-sismico al 100% ed ecosostenibile. Rinnovato anche l'impianto elettrico e di climatizzazione, essenziale per la giusta stagionatura del prezioso formaggio. A completare il tutto un sistema robotizzato e brevettato di pallettizzazione e movimentazione delle forme che vengono poi curate, una per una, da mani esperte.

"La stagionatura è un processo che ha dei costi ovunque e comunque la si faccia - ha specificato il direttore di Modena Terminal Livio Nora - ovviamente i nostri depositi hanno la possibilità di immagazzinare dei quantitativi tali che ci consentono di essere competitivi, ma anche di erogare i servizi al meglio".

"Il terremoto - ha ricordato Nora - è stato un momento difficile per questo comparto, anche per noi che abbiamo avuto un parziale crollo di alcune strutture proprio nel magazzino di stagionatura formaggi, ma devo dire che passate le prime ore, neanche il primo giorno, l'obiettivo è stato immediatamente quello di sistemare, rifondere i danni ai nostri clienti e di ricostruire meglio e in modo più sicuro di prima anche per avere maggiori garanzie nell'eventualità di calamità naturali" come quella che colpì in particolare la 'food valley' emiliana.

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