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Brasile, ex amb. Bernardini: "Bolsonaro oltre aspettative, partita aperta"

03 ottobre 2022 | 19.09
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Fabio Porta (Pd): "Preoccupazione per uno scenario alla Trump"

Luiz Inacio Lula e jair Bolsonaro (foto Afp)
Luiz Inacio Lula e jair Bolsonaro (foto Afp)

In un Brasile sempre più diviso, bisognerà aspettare il ballottaggio del 30 ottobre per sapere chi sarà il prossimo presidente, con l'ex presidente di sinistra Luiz Inacio Lula in testa al 48% e il presidente uscente di estrema destra Jair Bolsonaro arrivato al 43% oltre le aspettative della vigilia. A ragionarne con l'Adnkronos sono due conoscitori del Brasile, l'ex ambasciatore italiano Antonio Bernardini e Fabio Porta, eletto alla Camera con il Pd per la ripartizione America meridionale.

"I sondaggi hanno influenzato le aspettative della vigilia. I risultati hanno stupito molti perché ci si aspettava una vittoria di Lula al primo turno", dice Bernardini, sottolineando come "l'elemento nuovo" del primo turno delle elezioni presidenziali brasiliane sia stata l'affermazione più forte del previsto del presidente uscente, Jair Bolsonaro. E per questo l'ex ambasciatore ritiene sia difficile fare previsioni sul ballottaggio, dove "la partita è aperta".

Bernardini sottolinea come il partito di Bolsonaro abbia dimostrato, con il successo di senatori e deputati, di "essere una forza più radicata e non solo di opinione" rispetto alle precedenti elezioni. "Stupisce anche il risultato debole del Partito dei Lavoratori (Pt)" di Luiz Inacio Lula, nota il diplomatico a riposo. A San Paolo, sottolinea, il candidato governatore del Pt, Ferdinando Haddad, è arrivato secondo e dovrà affrontare al ballottaggio Tarcisio de Freitas, ex ministro di Bolsonaro. Mentre a Rio de Janeiro, il governatore uscente Claudio Castro, del partito di Bolsonaro, è stato rieletto al primo turno.

Dal canto suo, Lula ha riconquistato gran parte del consenso perso dal Pt alle ultime elezioni, specie nel nord est, ma non in maniera sufficiente per vincere al primo turno. Si attende "un mese sofferto" in vista del ballottaggio, anche se Bolsonaro "ha un alto numero di voti da recuperare", nota il diplomatico che parla di "partita aperta" per la quale è "difficile fare previsioni".

Le elezioni si sono svolte in un "clima fortemente polarizzato". Ma Bernardini risponde con prudenza alla domanda se si può temere uno scenario alla Trump, con Bolsonaro che non accetta la sconfitta. "Non c'è stata contestazione del risultato del primo turno, mi auguro che non ci sia al secondo", risponde, ricordando che il sistema di voto elettronico è usato da parecchi anni, ed è servito anche per eleggere Bolsonaro. Infine il diplomatico sottolinea come il vincitore alle presidenziali "dovrà decidere che ruolo dovrà avere il Brasile sulla scena internazionale". "Lula preme per un Brasile con un ruolo più attivo", ma intanto "lo scenario internazionale è molto cambiato", nota Bernardini.

Secondo Porta, Luiz Inacio Lula vincerà probabilmente al ballottaggio, ma il paese è profondamente diviso e c'è "preoccupazione" per il rischio di uno scenario alla Trump, con il presidente uscente Jair Bolsonaro che potrebbe non riconoscere il risultato in un clima di "muro contro muro".

Il risultato del primo turno "ha confermato la previsione di un vantaggio per Lula" anche se lo scarto con Bolsonaro è stato minore del previsto, nota Porta, prevedendo comunque una vittoria per il primo dato che l'elettorato del terzo e quarto arrivato "tendenzialmente dovrebbero guardare più a Lula". "Certo è comunque evidente che il Brasile è diviso a metà. Chiunque sarà presidente dovrà ricostruire il tessuto del paese", avverte Porta, sottolineando come "gli atteggiamenti identitari e anche autoritari di Bolsonaro non abbiano favorito un clima pacifico durante la campagna elettorale". "Speriamo che il secondo turno avvenga pacificamente, e che il Brasile possa scegliere tranquillamente scegliere il suo futuro, probabilmente con la vittoria al secondo turno di Lula".

C'è il rischio di uno scenario alla Trump, con Bolsonaro che potrebbe rifiutare di ammettere la sconfitta? "Purtroppo il rischio c'è, non solo per le analogie ideologiche e comportamentali fra Trump e Bolsonaro, che sono abbastanza evidenti, ma anche perché in più di un'occasione Bolsonaro ha lasciato intendere che non è detto che lui e suoi elettori accetterebbero pacificamente una sconfitta", risponde Porta.

"Più volte Bolsonaro ha messo in dubbio il sistema elettorale, l'affidabilità dei risultati. Se poi a questo sommiamo il clima di muro contro muro, la moltiplicazione esponenziale che c'è stata in Brasile, anche a causa di leggi favorite da Bolsonaro, del possesso di armi, le preoccupazioni non sono del tutto infondate. E quindi questo ci preoccupa", rimarca Porta.

"Noi del Pd, ma credo un po' tutti gli italiani - conclude - guardiamo con grande interesse a quanto accade in Brasile. E' un paese al quale, al di là di chi lo governa, siamo legati da 35 milioni di italo discendenti. Quello che vi succede non può che riguardarci quasi in prima in persona".

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