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Brasile, svolta nell’omicidio dell’ex carabiniere: arrestate altre due persone

03 giugno 2014 | 09.33
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Enzo Albanese è stato ucciso nella notte tra il 2 e il 3 maggio scorso mentre usciva dalla sua casa, a Natal. In cella sono finiti l’ex moglie di Pietro Ladogana, già in carcere per il delitto, e un poliziotto brasiliano. I tre potrebbero avere legami con la criminalità organizzata

(Foto dal sito ufficiale della Polizia federale brasiliana)
(Foto dal sito ufficiale della Polizia federale brasiliana)

Svolta in Brasile nelle indagini sull’omicidio dell’immobiliarista milanese Enzo Albanese, 42enne ex ufficiale dei carabinieri, ucciso nella notte tra il 2 e il 3 maggio scorso da due sicari mentre usciva dalla sua casa, a Natal. Dopo l’arresto di Pietro Ladogana, eseguito dai carabinieri di Budoni e della compagnia di Siniscola il 29 maggio scorso a Fiumicino, mentre si stava imbarcando per il Brasile, la polizia brasiliana, in stretto contatto con le autorità italiane, stanotte ha arrestato l’ex moglie Tamara Ladogana, e un appartenente alla Policia Militar, sospettato di essere uno dei materiali esecutori dell’omicidio, di cui non è stato reso noto il nome.

L’indagine, avviata dopo la denuncia dei genitori di Albanese, residenti a Budoni (Nuoro), e coordinata dal sostituto procuratore di Nuoro Andrea Vacca, ha permesso ai militari al comando del capitano Andrea Senes, di identificare e arrestare in meno di un mese il mandante, appunto Pietro Ladogana, mentre nella città brasiliana di Natal la polizia ha invece fermato gli altri due complici. L’operazione è stata ribattezzata ‘Pedra de fogo’, in riferimento al nome Pietro e fuoco perché i sospettati hanno ucciso a colpi di arma da fuoco colui che aveva denunciato l’esistenza dell’organizzazione. Gli inquirenti sospettano infatti che i tre arrestati possano avere legami con la criminalità organizzata, in quanto dediti alle truffe e riciclaggio di denaro sporco.

La polizia brasiliana ha inoltre sequestrato 145.000 euro in contanti, cinque auto di lusso, tra le quali una Toyota corolla, identica a quella con la quale i sicari si sono allontanati dopo aver freddato Albanese. Il mandante dell’omicidio, rivela la polizia brasiliana, era a capo di un’organizzazione che amministrava almeno 10 imprese di copertura, utilizzate principalmente per il riciclaggio. Le aziende, che operavano nelle città di Natal, Extremoz, Cearà - Mirim e Ielmo Marinho, agivano all’apparenza nella legalità, ma erano invece utilizzate per compiere frodi, falsificazione di documenti, riciclaggio ed altri crimini.

Il movente dell’omicidio di Albanese si può ricercare quindi nel fatto che la vittima aveva scoperto e denunciato alle autorità brasiliane una di queste imprese un mese prima della sua morte, la ‘Globo Costruzioni Ltda’, di Ielmo Marinho, la cui proprietà era stata trasferita illegalmente a Pietro Ladogana. La vittima era procuratore di uno dei due soci dell’impresa e aveva scoperto il disegno criminoso, e dopo la denuncia è stato ucciso. Le indagini continuano al fine di capire se vi siano altre persone coinvolte.

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