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Brittany Maynard si è suicidata. "Ho scelto di morire con dignità"

03 novembre 2014 | 08.30
LETTURA: 5 minuti

La giovane, malata terminale di cancro che qualche settimana fa aveva annunciato in un video di voler mettere fine alla sua vita, ha preso i farmaci letali sabato nel letto della sua nuova casa di Portland, in Oregon, dove è consentita l'eutanasia. Nei giorni scorsi aveva fatto credere di aver cambiato idea. Veronesi: "Una grande lezione di civiltà". Mons. Paglia: "Una sconfitta per tutti"

Brittany Maynard si è suicidata.

Si è suicidata Brittany Maynard, la 29enne americana malata terminale di cancro che qualche settimana fa aveva annunciato in un video di voler mettere fine alla sua vita a causa delle sofferenze della sua malattia. A dare la notizia è stato Sean Crowley, un portavoce dell’associazione 'Compassion & Choices' che lotta per il diritto all'eutanasia.

La giovane, che nei giorni scorsi aveva fatto credere di aver cambiato idea, ha preso i farmaci letali sabato 1 novembre nel letto della sua nuova casa di Portland, in Oregon, dove è consentita l'eutanasia. Accanto a lei il marito Dan Diaz, la madre Debbie Ziegler, e il padrino Gary Holmes.

"Addio a tutti i miei cari amici e alla mia famiglia che amo - ha scritto la Brittany su Facebook - Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, di fronte alla mia malattia terminale, un terribile tumore al cervello che mi ha preso così tanto e che mi avrebbe preso ancora molto di più. Il mondo è un posto bellissimo, il viaggio è stato il mio più grande maestro", ha aggiunto la donna che nei giorni scorsi aveva visitato il Grand Canyon. L'ultimo viaggio per lei, che aveva pianificato la morte il giorno dopo la festa di compleanno del marito. "Mentre sto scrivendo, intorno al mio letto ho tanta gente che mi sostiene. Addio mondo. Diffondete energie positive. Fate del bene agli altri", è l'ultimo saluto di Brittany che sul suo blog ha voluto esprimere una nota di profondo ringraziamento a tutti i suoi "cari, intelligenti, meravigliosi amici". Persone che la ragazza ha definito necessari "come l'acqua" durante la sua vita e la sua malattia, per la comprensione, il sostegno e l'esperienza condivisa di vita.

La decisione della ragazza, alla quale nella scorsa primavera fu diagnosticato un glioblastoma di stadio 4 con una speranza di 6 mesi di vita, ha innescato un acceso dibattito sull'eutanasia negli Stati Uniti e non solo. Il video postato su YouTube, in cui spiegava la sua scelta e annunciava la data della sua morte, aveva ricevuto oltre 8,8 milioni di visualizzazioni. Qualche giorno fa sembrava poi voler aspettare ancora po' perché si sentiva "abbastanza bene". Purtroppo, ha riferito Crowley, le sue condizioni sono rapidamente peggiorate con "convulsioni sempre più lunghe e frequenti, forti dolori alla testa e al collo e sintomi simili a quelli dell'ictus". Da qui la decisione di non soffrire più.

VERONESI: DA BRITTANY GRANDE LEZIONE DI CIVILTA' - La scelta di Brittany è "una grande lezione di civiltà per il mondo occidentale che si dichiara paladino dei diritti umani, ma nella maggior parte dei Paesi non rispetta quello alla base di tutti gli altri: il diritto all'autodeterminazione". Così l'oncologo Umberto Veronesi. Per lo scienziato, paladino della libertà di scelta e padre della battaglia per il testamento biologico, "l'esempio di Brittany è addirittura encomiabile, perché ha fatto del suo suicidio un'occasione per una campagna di sensibilizzazione etica sui diritti di fine vita". "Tramite l'associazione Compassion Choices", sottolinea infatti il fondatore dell'Istituto europeo di oncologia di Milano, Brittany "ha creato un Fondo (The Brittany Maynard Fund) che si impegna per la diffusione negli Stati americani di una legislazione più rispettosa della libertà e dignità individuali alla fine della vita, su modello degli Stati in cui l'eutanasia è legale: Montana, New Mexico, Vermont, Whashington, Oregon".

MONS. PAGLIA: EUTANASIA BRITTANY E' UNA SCONFITTA PER TUTTI - "Una profonda tristezza e una grande sconfitta per tutti". Con queste parole monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia - raggiunto dall'AdnKronos a Madrid, dove partecipa a un convegno ecclesiastico - commenta la notizia della 29enne americana. "E' chiaro che il dolore fa paura a tutti e tutti, come è giusto, desideriamo in ogni modo allontanarlo, combatterlo e sconfiggerlo - premette monsignor Paglia - Ma sappiamo anche che nessuna goccia del nostro dolore e della sofferenza va perduta. Siamo davanti a un gesto disperato, che chiede a tutti di riflettere sul grande mistero della morte e della vita".

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