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Brosio: "30 anni dopo Tangentopoli oggi ci vorrebbe ‘Viropoli’"

14 febbraio 2022 | 11.57
LETTURA: 2 minuti

Il giornalista che seguì 'Mani pulite': "Se allora non potevi nominare invano il nome di Craxi, guai se oggi critichi i vaccini"

 - Paolo Brosio (Fotogramma)
- Paolo Brosio (Fotogramma)

“Trent’anni dopo mani pulite e il crollo del sistema politico del tempo, che fecero prevalere il potere giudiziario, è il crollo della sanità a mettere oggi in ginocchio il Paese e la sua classe politica: se ieri non potevi nominare invano il nome di Craxi, guai oggi a criticare i vaccini”. Lo dice all’Adnkronos Paolo Brosio, volto storico e cronista di Mani Pulite, che seguì interamente le inchieste giudiziarie sul sistema delle tangenti partite nel 1992 e che portarono allo scioglimento della Dc e del Psi e alla fine della Prima Repubblica. “Se i giudici – spiega il parallelismo - furono allora la medicina amara, perché spetta alla classe politica trovare delle soluzioni uscendo dalla stretta della burocrazia, mi auguro che anche adesso la magistratura sia solerte e faccia luce su questi due anni folli che abbiamo vissuto: ora più che mai, dovrebbe scoppiare una ‘Viropoli’ che faccia trapelare i tanti errori commessi, a partire dall'uso eccessivo dei decreti a causa dei quali sono venute meno le libertà costituzionali. E poi il ‘ricatto’ del green pass’, per non parlare del ricorso alla farmacovigilanza passiva e all’autorizzazione di terapie con farmaci che inibiscono il sistema immunitario...”.

Chi più ne ha più ne metta, per il giornalista, che in una prossima ipotetica ‘Viropoli’ inserisce suo malgrado un’inchiesta sui “50mila medici di base, più i circa 20mila medici di guardia: con gli altri generici abbiamo circa 90 mila dottori che sono stati a casa. Invece di dire sì alla Tachipirina, avrebbero dovuto emanare un ordine di servizio per mandarli a visitare a casa della gente. E invece chi si è ammalato è andato a morire in ospedale. Dovrà anche venire fuori – rincara – che siamo diventati un popolo di 60 milioni di topi che comprano e si inoculano il vaccino per ricevere in cambio dall’Europa i miliardi del Pnrr”.

“Così come accadde con ‘Mani pulite’ - prosegue Brosio – il virus si è rivelato uno tsunami che ha evidenziato le debolezze della politica, mettendola davanti all’evidenza di quanto mancasse di autorevolezza: non siamo stati capaci di una politica sanitaria, di eleggere un presidente della Repubblica, e qualsiasi decisione è diventata autoritaria con il ricorso ai decreti. Personalmente non sono contrario ai vaccini – spiega – ma non è una decisione che può essere imposta, soprattutto per il fatto che si tratta di sieri con poca sperimentazione. E ciascun cittadino dev’essere lasciato libero di decidere in autonomia e non attraverso il ricatto del green pass. E’ necessario un ritorno alla politica autorevole, non autoritaria come quella che abbiamo visto in questi due anni”.

(di Cristiano Camera)

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