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Bruegel: Italia tornata a crescere, decimali non incidono

02 dicembre 2015 | 20.11
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Un decimale di crescita in meno "non incide": in ogni caso "l'Italia sta uscendo da anni di recessione e crescita piatta". Così all'Adnkronos Alessio Terzi, affiliate fellow del think tank Bruegel di Bruxelles, già analista della Bce, commenta il rallentamento del pil registrato dall'Istat.

"I dati di ieri vanno visti in prospettiva - sottolinea - innanzitutto è la lettura del terzo trimestre che potrebbe impattare di 0,1 punti percentuali sulla crescita di fine anno ed è dunque possibile che l'Italia chiuda il 2015 con una crescita dello 0,8%" e non dello 0,9% stimato dal governo. Ma per Terzi è una differenza pressoché irrilevante. "Che l'Italia segni +0,8 o +0,9% è il livello più alto dopo molti anni: quello che - ragiona - emerge è che il paese sta uscendo da anni di recessione e crescita piatta". Inoltre "se guardiamo alla componente che sta dietro al rallentamento segnato dall'Istat notiamo incide il calo della crescita globale ed in particolare la Cina".

Un impulso alla crescita lo darà sicuramente il nuovo Quantitative Easing atteso domani dalla Bce. "Probabilmente ci sarà un'espansione significativa del Qe, sul fronte temporale di certo", osserva l'analista. "L'obiettivo delle misure non è riattivare l'economia - sottolinea - ma riportare l'inflazione in linea con gli obiettivi della Banca centrale europea". Declinato in termini nazionali il messaggio è chiaro: "l'Italia - afferma l'economista - cerchi di non sprecare questa occasione di breve periodo e usi questa crescita temporanea per trasformarla in qualcosa di più".

E allargando l'orizzone alla legge di Stabilità e alla flessibilità chiesta a Bruxelles, osserva: "Politicamente è difficile che la Commissione europea non conceda all'Italia la flessibilità chiesta per le questioni di sicurezza e per gestire la crisi dei migranti - afferma - anzi, su questo ultimo aspetto l'Italia ha molto da chiedere essendo in prima linea". Tuttavia, avverte l'analista, "il paese rischia di dare a Bruxelles l'impressione di chiedere sempre". Tanto più che le misure per il 2016 della Legge di Stabilità, dallo stop alla Tasi al bonus giovani, "sembrano essere frutto di un calcolo politico" perché "se il governo avesse voluto stimolare la crescita avrebbe scelto altri interventi", osserva Terzi.

Ma il giudizio dell'economista sulla strategia economica del governo è sostanzialmente positivo. "La traiettoria di lungo periodo del governo è condivisibile" afferma, riconoscendo gli sforzi del paese per le riforme, "dal jobs act, alle banche e ora c'è grande attesa per la riforma della Pa". "Sul lungo periodo - insiste - il governo pensa a ridurre il cuneo e rilanciare gli investimenti, che sono molto bassi, e questo è importante per la crescita di lungo termine di cui l'Italia ha un bisogno immenso perché di fatto non cresce da 20 anni".

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