"Nessuna procedura d'infrazione" Ue sui conti pubblici fino al referendum, ma l'Italia chiarisca e dettagli "le coperture" della manovra da 27 mld o rischierà "correzioni più avanti". Così con l'Adnkronos Alessio Terzi, economista del think tank Bruegel di Bruxelles, commenta i possibili sviluppi sull'asse Roma-Bruxelles sulla legge di Bilancio approvata sabato dal governo.
"Escludo una procedura d'infrazione o qualunque mossa formale forte nel breve periodo da parte della Commissione europea", sottolinea Terzi. E osserva: "in questa fase di presentazione delle leggi di bilancio dei paesi membri Bruxelles può sollevare dubbi, possono esserci frasi colorite nel confronto con i governi, ma la fase di eventuale apertura di una procedure avviene più avanti". E nel caso dell'Italia "non credo che ci sarà una procedura formale da qui al referendum''.
Intanto il primo banco di prova dell'evoluzione della trattativa tra l'Ue e l'Italia saranno le previsioni di autunno della Commissione attese per i primi di novembre. In quella sede verrà resa nota la nuova stima sul pil italiano per il 2017, che "come probabile sarà inferiore all'1% stimato dall'Italia", prevede l'analista. Infatti, osserva, "la cosa più preoccupante per la Commissione non è un decimale in più sul deficit, ma il contesto politico in cui è stata fatta la legge di bilancio con delle previsioni di crescita troppo ottimistiche e non in linea con le attese del mercato".
E incalza: " sembra una manovra con una forte vocazione politica e su questo è l'aspetto che preoccupa Bruxelles". "Se, come prevedibile, le stime di crescita tra l'Italia e l'Ue non dovessero coincidere partiranno le trattative per correggere il provvedimento in Parlamento, ma possibilmente senza scontri" nel breve termine.
Già analista alla Banca centrale europea, Terzi esprime comunque un giudizio complessivamente positivo sulle misure messe in campo dal governo. "Dal punto di vista economico hanno senso e sono coerenti perché puntano a risollevare gli investimenti, favorire l'anticipo della pensione con penalizzazioni e aiutare fasce più vulnerabili come gli assegni minimi".
Però n on mancano perplessità sulle risorse per finanziare gli interventi. "Le coperture sono piuttosto vaghe e poco dettagliate: si parla di un generico taglio della spesa di un rientro dei capitali esteri difficile da quantificare e comunque una tantum. Anche questo - conclude - accresce il rischio di un aggiustamento dei conti in corso d'opera, specie se il pil dovesse essere inferiore alle attese".