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Bruno Carbone, una vita da broker della droga al servizio dei clan

15 novembre 2022 | 13.52
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Dall'Olanda gestiva i rapporti con i fornitori colombiani

Bruno Carbone, una vita da broker della droga al servizio dei clan

Una vita da broker della droga al servizio dei clan. Il narcos latitante Bruno Carbone è stato catturato all'aeroporto di Dubai dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli e forse potrebbe essere estradato già oggi in Italia. Si tratta di uno dei pezzi da novanta del narcotraffico internazionale: Carbone, originario di Giugliano, per anni avrebbe rifornito di droga i clan del napoletano, dai Nuvoletta ai Ciccarelli di Parco Verde, fino ai clan del Rione Traiano, gestendo, dalla sua base in Olanda, i rapporti con i fornitori colombiani.

La latitanza per Carbone era scattata dopo la condanna a 20 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti lungo la rotta Spagna-Napoli-Catania. Fu il collaboratore di giustizia Andrea Lollo, ex broker della droga, a svelare la base olandese che Carbone avrebbe usato in una prima fase: "La moglie di Carbone mi disse che dopo il Natale del 2014 avrei potuto raggiungere Bruno Carbone, nel suo covo in Olanda", raccontò il pentito in una deposizione.

Proprio a Dubai erano stati catturati altri due elementi di primo piano della criminalità campana: il broker della camorra Raffaele Imperiale, considerato uno tra i più importanti narcotrafficanti del mondo, divenuto noto perché in una sua villa a Napoli vennero ritrovati nascosti nel muro due dipinti di Van Gogh rubati nel 2002 ad Amsterdam, e Raffaele Mauriello, ‘o chiatto, considerato esponente di spicco della cosca Amato-Pagano.

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