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Bufera concorsi in Umbria, Grillo invia task force

13 aprile 2019 | 10.35
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La decisione del ministro della Salute, dopo l'inchiesta con 35 indagati della procura di Perugia. Il direttore sanitario ad Interim: "Io solo nel turbine". "Così trovai microspie in ospedale", parla l'uomo della sicurezza. Commissario Pd Verini: "Regione non preda malaffare". La presidente Regione Marini: "Io estranea ai fatti"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Invieremo una task force del ministero della Salute in Umbria per capire dal punto di vista sanitario la sicurezza delle cure nella Regione e la situazione dell'ospedale di Perugia". A dirlo il ministro della Salute, Giulia Grillo, al termine della riunione dell'unità di crisi permanente, convocata nella sede del dicastero di Lungotevere Ripa (VIDEO). La decisione, dopo l'inchiesta della procura di Perugia su alcune irregolarità che sarebbero state commesse in concorsi per assunzioni in ambito sanitario. Trentacinque gli indagati. "Noi crediamo anche che sia necessario effettuare una verifica straordinaria della qualità e degli esiti di tutti i reparti degli ospedali della regione". "Dalle notizie, apprese finora, ci sembra che tutti i vertici dell'azienda siano stati in qualche modo coinvolti e abbiamo la preoccupazione di come verrà assicurata la continuità organizzativa e amministrativa della struttura. Per questo - ha annunciato Grillo - ho deciso che invierò una lettera alla Regione per mettere a disposizione le strutture del ministero per individuare figure di garanzia da porre in sostituzione di quelle che sono state sospese o sono state oggetto di misure cautelari". "Verificheremo inoltre la correttezza dell'applicazione della normativa anticorruzione", ha sottolineato il ministro che ieri sera aveva parlato dell'istituzione di una unità di crisi permanente. "Lunedì scriverò ai presidenti delle due Camere affinché nel più breve tempo possibile venga calendarizzata la proposta di legge del Movimento Cinque Stelle riguardante la modifica completa delle nomine dei manager della sanità" ha detto al termine della riunione dell'unità di crisi permanente. I casi di Basilicata e Umbria "riportano alla ribalta il tema che io e il MoVimento abbiamo sempre sottolineato ovvero dell'importanza di rescindere il rapporto tra politica e sanità. Noi crediamo che i medici, gli infermieri, tutto il personale sanitario non debba rispondere alle logiche della politica ma a quelle dell'efficienza delle cure prestate". L'Unità di crisi permanente del ministero ha il compito di individuare con tempestività procedure e strumenti atti a ridurre il rischio di ripetizione di eventi infausti o di particolare gravità che si verificano nell’ambito delle attività di erogazione delle prestazioni da parte del Servizio sanitario nazionale e di coordinare gli interventi a tal fine necessari per rendere più efficiente e immediata l'azione del ministero e delle altre istituzioni competenti.

Rispondendo, poi, a una domanda sulla richiesta di elezioni regionali anticipate, avanzata dal ministro dell'Interno Matteo Salvini il ministro Grillo dice:"Non mi piace fare sciacallaggio sulla pelle dei cittadini umbri, stiamo parlando di sanità, di diritti. Io posticiperei a livello di priorità il tema delle elezioni". "Si tratta di reati odiosi per come vengono contestati e voglio dare priorità alla garanzia della qualità e sicurezza delle cure. Poi il piano politico impone sicuramente una riflessione politica importante. In Basilicata si è andati a elezioni anticipate. Immagino che politicamente - spiega il ministro - il Movimento Cinque Stelle non starà a guardare da questo punto di vista. Io rispondo come ministro della Salute".

L'INCHIESTA - Sono 35 gli indagati nell'inchiesta su presunte irregolarità nei concorsi per le aziende ospedaliere umbre, che ieri ha portato all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti del segretario del Pd umbro, Gianpiero Bocci, e dell'assessore regionale alla Salute, Luca Barberini. Secondo quanto emerso ieri sera dall'ordinanza del gip di Perugia, "gravi indizi di colpevolezza" ricorrono nei confronti di Bocci e Pasquale Coreno e Gianpiero Bocci, due degli indagati, "in ordine al delitto di favoreggiamento contestato loro". Il contenuto delle conversazioni intercettate ad altri due indagati nel corso dell'indagine, infatti, "è estremamente chiaro e non lascia dubbi sulla sussistenza della gravità indiziaria in ordine al delitto di favoreggiamento" prospettato in capo a Bocci e Coreno. "E, infatti - si legge ancora - gli indagati fanno riferimenti del tutto espliciti ai due summenzionati, attribuendo loro la fonte di alcune informazioni riservate concernenti le indagini in corso. Va poi sottolineata la correttezza dell'informazione ricevuta da Duca e da Valorosi tramite Bocci in ordine all'inizio delle attività di intercettazione ambientale che effettivamente furono attivate in data 17 novembre 2017 utilizzando come copertura un intervento dei vigili del fuoco". Nelle carte il gip fa anche il punto sulle presunte interferenze dell'ex sottosegretario all'Interno, attuale segretario regionale del Pd, Bocci: "In particolare, Barberini e Bocci hanno indicato i soggetti da favorire nelle selezioni pubbliche e hanno ricevuto una pronta risposta da parte del direttore generale e del direttore amministrativo, i quali hanno garantito loro la comunicazione di notizie riservate, nonché un costante impegno volto a monitorare le procedure e ad assicurare il risultato sperato. L'assessore regionale alla Sanità ha così condizionato quattro procedure di selezione del personale; l'allora onorevole, nonché sottosegretario all'Interno Giampiero Bocci, oggi segretario regionale del Pd, è intervenuto illecitamente in tre procedure. Proprio l'abile sfruttamento di un efficiente e solido sistema clientelare, della stabile utilizzazione delle funzioni e del ruolo istituzionale rivestito per finalità illecite, convincono della necessità di una misura cautelare di tipo detentivo per fare fronte alle esigenze cautelari sopra ravvisate".

PRESIDENTE REGIONE UMBRIA MARINI- "Dichiaro sin da ora l'assoluta estraneità con riferimento alla mia posizione che mi vede tra gli indagati. La situazione è sconcertante, se confermata, molto grave per la nostra Regione". E' quanto ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini nella conferenza stampa che ha tenuto poco fa in consiglio regionale, in piazza Italia, all'indomani dell'iscrizione del suo nome nel registro degli indagati per lo scandalo della sanità perugina. "Lo scenario che si evince da questa indagine rafforza un interesse mio nella mia qualità di presidente a una presa di conoscenza puntuale di fatti e atti perché, se confermata l'ipotesi accusatoria, questi rappresenterebbero un gravissimo vulnus sulla gestione della sanità di questa regione - ha aggiunto Marini - ma soprattutto aprirebbero in me una gravissima preoccupazione e cioè che il complesso sistema dei controlli interni, già previsti per le amministrazioni delle aziende sanitarie, abbia mostrato in realtà fortissimi limiti e inefficacia". "Il ruolo istituzionale che rivesto mi impone in queste ore di assumere delle scelte dirette che siano volte ad assicurare al sistema dell'amministrazione ragionale alcuni provvedimenti perché è necessario che il lavoro con qui svolto non può andare disperso. Questo lavoro aggiunge- deve essere messo al sicuro per i cittadini umbri". "Ogni azione sarà improntata al massimo rispetto delle finalità pubbliche e anche alla mia piena autonomia, che ho sempre dimostrato nella funzione di governo del sistema sanitario". "Ho interesse che in questa fase si possa accettare la verità ed io possa conoscere il più possibile i fatti e atti di questa vicenda. Non mi troverete in questi giorni all'interno di una polemica politica e di una strumentalità - sottolinea ancora - In questa fase sono interessata a una ricerca della verità perché come presidente di questa Regione ho piena fiducia nelle autorità inquirenti che stanno guidando le indagini". "Ribadisco la disponibilità a mettere a disposizione ogni elemento in mio possesso e quelli che potrebbero esserlo. I miei obblighi istituzionali e doveri morali mi impongono di esercitare un ruolo non solo attivo, ma proattivo su questa vicenda". "Nell'esercizio delle funzioni pubbliche, nella mia vita privata - ha continuato - chi mi conosce sa che ho sempre ispirato i comportamenti a un rigore morale assoluto, anche a volte ritenuto di una rigidità eccessiva, proprio perché sono convinta che l'azione di trasparenza, correttezza, lealtà di un amministratore pubblico sia centrale ed è il motivo per il quale oggi mi sento di dire che voglio solo ricercare la verità. Non posso che vedermi come un'interlocutrice, ancor prima che come soggetto a disposizione dell'autorità inquirente". "Ho proceduto alla distribuzione delle deleghe precedentemente assegnate all'assessore Barberini, oggi agli assessori Bartolini, Paparelli e Cecchini, e nella seduta di giunta di lunedì prossimo provvederemo ad attivare le procedure per la nomina di un nuovo commissario per l'azienda ospedaliera di Perugia, la principale di questa Regione". "Tutelerò l'integrità morale della mia persona e della mia figura di presidente della Regione - ha aggiunto - perché, se confermato, ho il dovere di difendere non solo Catiuscia Marini ma la Regione che rappresento".

VERINI, REGIONE NON PREDA DEL MALAFFARE- "Il Pd umbro è naturalmente scosso per quanto è avvenuto. Credo che il segretario nazionale abbia fatto bene a scegliere subito di chiedere al presidente del partito regionale, che sarei io, di guidare in questa fase così delicata il partito nella nostra regione". Walter Verini si rivolge così ai circoli Dem umbri in un video che l'Adnkronos ha potuto visionare. Nicola Zingaretti, aggiunge Verini, "ha fatto bene a farlo subito e ha fatto bene farlo perché io sono il presidente dell'assemblea umbra, del partito umbro e assieme a tante persone del Pd dell'Umbria lavoriamo insieme. Siamo scossi, siamo umanamente colpiti, siamo davvero rispettosi della magistratura che deve fare presto e bene il suo dovere e auspichiamo che tutti coloro che sono coinvolti sappiano dimostrare la propria estraneità ai fatti". "Però -sottolinea il presidente del Pd umbro- il fatto che abbia così tanto fatto notizia quanto è successo, dimostra come in questa regione queste cose colpiscano, perché non succedono tutti i giorni. Questa non è una regione in preda al malaffare, non è una regione dove ci sono le mafie che dominano, questa è una regione che ha costruito in tanti anni e sta costruendo un sistema dove, diciamolo, si vive meglio che altrove". "Vogliamo dire che non ci sono problemi? No. Il nostro sistema che è fatto anche oggi di tante cose buone, per guadagnarsi ancora il futuro, anche noi, anche la classe dirigente del Pd per guadagnarsi ancora futuro deve cambiare su molte cose, deve innovare molto di più, deve aprirsi, anche come è stato detto molte volte nel settore della sanità rompendo incrostazioni, rinnovando noi stessi". "Noi -sottolinea- abbiamo tutti gli anticorpi per reagire, con grande apertura. La stessa apertura dimostrata a Perugia candidando una figura come Giuliano Giubilei, a Foligno candidando una persona come Luciano Pizzoni o quella dimostrata candidando alle europee una figura fresca e forte come Camilla Laureti". "Il Pd dell'Umbria può davvero candidarsi a guidare una nuova fase sia delle città che della regione, ma a condizione che non si sia visti come quelli del passato o di un presente chiuso in se stesso, ma come una forza che sfida anche se stessa per il futuro, cambiando dove c'è da cambiare anche con radicalità", conclude Verini.

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