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Buy now pay later: accelerano le carte e i servizi per rateizzare anche un biglietto aereo

18 maggio 2021 | 07.18
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American Express e i giganti del credito al consumo si buttano sul mercato delle piccole e medie dilazioni di pagamento.

(Fotogramma)
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I BNPL stano avendo una crescita sostanziosa connessa al bisogno di rateizzare e dilazionare anche spese essenziali, oltre alla possibilità di concedersi sfizi non immediatamente alla propria portata con la consapevolezza di non aver bisogno di disporre da subito del budget necessario. L’accelerazione vertiginosa l’ha data la pandemia, che da un lato ha spostato gli acquisti su internet, e dall’altro ha visto centinaia di migliaia di persone in grande incertezza economica approcciare anche con disinvoltura la dilazione. Si tratta di una modalità di pagamento sempre più diffusa per gli acquisti leisure, soprattutto nei viaggi. Poche settimane fa la startup londinese Fly Now Pay Later ha totalizzato 45 milioni di sterline al primo round di finanziamento. E dal Regno Unito si è allargata anche a Usa e Germania.

American Express, viste le riaperture dei viaggi post pandemia, ha deciso di cavalcare l’onda, per non rischiare di vedersi scippare una fetta di mercato così importante. I clienti AmexTravel negli Usa potranno a breve rateizzare gli acquisti dei biglietti aerei sopra i 100 dollari con un sistema a rate mensili e una fee fissa. Ma, più spesso, a offrire la rateizzazione è lo stesso ecommerce. Sempre più store online danno la possibilità di rateizzare senza interessi l’acquisto, dividendolo in un numero piccolo di rate da pagare nel breve periodo. Altri invece offrono pagamenti più dilazionati, ma con tassi di interesse più elevati e costi crescenti per i pagamenti in ritardo.

In Italia il modello “compra ora paga dopo” è meno diffuso, tuttavia negli ultimi anni è cresciuto il numero di persone che fanno ricorso a queste soluzioni di pagamento rateizzato, e non solo tramite la propria carta di credito. Amazon si serve di un servizio proprietario, altri si affidano a intermediari come la svedese Klarna, piattaforma di riferimento nel settore, che con l’esplosione degli acquisti online e la diminuzione del potere d’acquisto collegati alla pandemia ha visto crescere il suo valore a 31 miliardi diventando la prima fintech in Europa (e la seconda nel mondo). La formula di Klarna, che è integrata ormai anche sulle piattaforme ecommerce usate dai piccoli esercenti, come Shopify e Prestashop, è uguale per tutti: si paga un terzo all’acquisto, un terzo a 30 giorni e il restane a 60, senza interessi né costi aggiuntivi. Altre piattaforme con un servizio simile in Italia sono Scalapay e Clearpay, con formule più o meno omogenee e un tetto mensile di spesa che protegge l’ecommerce dall’insolvenza e, si spera, anche l’utente dall’acquisto compulsivo: secondo i dati Clearpay Italia, il tasso di insoluto resta sotto al 7%.

Si tratta, comunque, di un settore nuovo e non privo di rischi. A fine gennaio in UK la FCA ha invocato una regolamentazione più stringente dei sistemi BNPL per via di una mancanza di una non sempre completa informazione degli utenti che porta all’accumulo incontrollato di debiti. Non solo: il fatto che le varie piattaforme non comunichino fra loro non permette la creazione di un record condiviso, e così, se un utente risulta insolvente su un metodo di pagamento, può tranquillamente utilizzarne un altro, creando un circolo vizioso di indebitamento.

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