E' denso di nubi il panorama investigativo il giorno dopo la rapina milionaria sulla Ss 131 'Carlo Felice' che ha fruttato al commando dei banditi 6 milioni di euro. I primi segnali si sono avuti già ieri sera quando è emerso che le forze dell'ordine sapevano della possibilità della rapina, o in una banca di Cagliari o ad un furgone portavalori. Le prime polemiche sono sulla viabilità: il cantiere eterno sulla Ss 131 ha favorito l'azione dei banditi che hanno scelto una zona strategicamente perfetta, sia per la precarietà dei segnali telefonici sia per l'alto tasso di difficoltà ad eseguire un colpo così difficile in una strada ad alta densità di traffico, soprattutto alle 15 di un venerdì, quando Cagliari si svuota dei pendolari che prendono la via del nord Sardegna per rientrare nei loro paesi sparsi per l'isola. Poi la strategia d'uscita: a poche centinaia di metri dal Bivio Villasanta, al km 40 dove praticamente si possono prendere tutte le direzioni di fuga: Barbagia, Medio Campidano, Ogliastra, Oristano.
Poi le armi: i banditi hanno sparato con kalashnikov o con i fucili Beretta AR 70/90 (calibro Nato 5,56 × 45 mm) che furono rubate (con alcuni caricatori di munizioni) al posto di sorveglianza del 151° Btg Fanteria della Brigata Sassari la notte del 22 settembre del 2004 fa a Capo Bellavista, in comune di Tortolì? Alcuni furono ritrovati (e i responsabili arrestati), di altri invece si sono perse le tracce. Si tratta di armi da guerra con grande potenza di fuoco, micidiali, leggere, maneggevoli, ideali per assalti come per esempio ai portavalori. Cagliari negli ultimi tempi sembra diventata un centro di smistamento. (segue)
