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Montagna: Cai, non è solo sci, acqua energia ambiente tra costi neve artificiale

03 gennaio 2017 | 16.13
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Montagna: Cai, non è solo sci, acqua energia ambiente tra costi neve artificiale

"La montagna non è fatta solo di piste innevate, ma anche di sentieri e arte da guardare. Eppure l'economia della montagna, soprattutto d'inverno, continua a basarsi sulla neve che anche se non c'è viene comunque create artificialmente, con non poche conseguenze sull'ambiente e sulle tasche dei Comuni". Lo dice a Labitalia Filippo Di Donato, presidente Commissione centrale tutela ambiente montano del Cai, Club alpino italiano.

Secondo il Wwf ogni anno vengono impiegati circa 95 milioni di metri cubi d'acqua e 600 gigawattora di energia, per una spesa di 136mila euro per ettaro di pista, "L'impatto sulla vegetazione e sulle falde acquifere -sottolinea- non è da sottovalutare. C'è poi il cosiddetto danno indiretto legato allo spreco di energia".

"Ma il danno più sottile -avverte Di Donato- sta nel non prestare attenzione al cambiamento climatico in atto. Va pensata una montagna non legata esclusivamente agli sci, ma ad una fruizione alternativa. Certo avere la neve sempre e comunque a disposizione equivale ad avere impianti di risalita e alberghi pieni e file agli skipass, ma l'economia non può essere sempre il motore di tutto".

Eppure perché la neve artificiale funzioni ci devono essere determinate condizioni. "La produzione della neve artificiale -ricorda a Labitalia Francesco Laurenzi colonnello dell'Aeronautica militare e noto meteorologo televisivo- che ora si dice programmata, può essere considerata l’unico tentativo di riprodurre un fenomeno naturale andato a buon fine. Quella che viene sparata sulle piste da sci quando dal cielo non cade niente è a tutti gli effetti neve".

"E’ composta da acqua -fa notare- come da acqua è composta la neve, ed è innescata da nuclei di condensazione, piccolissimi cristalli di ghiaccio che la macchina spara neve 'costruisce' così come avviene in natura quando si formano piccolissimi cristalli di ghiaccio intorno ai quali poi si formano i fiocchi di neve. Se la macchina spara neve ci mette l'acqua ed i nuclei di condensazione, l’altro elemento fondamentale perché si abbiano delle bianche coltri sulle piste ce la deve mettere la natura ed essa sola può farlo, ci vuole che la temperatura dell’aria sia decisamente sotto lo zero".

"Le condizioni meteo migliori per far funzionare questi strumenti -avverte- si hanno quando la temperatura dell'aria è intorno ai meno 5. Già a 3 gradi sotto zero si comincia a produrre la neve (con un po’ di fatica), inoltre l’umidità dell’aria deve essere al di sopra, ma non troppo del 50 per cento. I cannoni spara neve possono funzionare anche con temperature di meno 10, meno 12".

"Il tutto serve per ovviare al fatto che -ammette- quest’anno di neve (naturale) sulle Alpi non se ne è vista tanta, Al momento sembra di essere tornati indietro di 14 anni, era il 2003, quando in questo periodi le montagne in alta quota erano a dir poco verdi. Negli ultimi anni 20 la nevosità in Italia, specialmente al Centro-Sud e sulle zone di pianura del Nord è scesa di circa il 40%, il che non è poco. Le precipitazioni in genere sono diminuite e le temperature medie si sono rialzate".

"La quota dello zero termico -rimarca- quella oltre la quale la pioggia resta neve è salita di circa 1000 metri da 50 anni a questa parte. Anche la quota delle nevi perenni sta risalendo rapidamente. I ghiacciai, si logorano a vista d’occhio e spariscono come è avvenuto con quello del Gran Sasso in Abruzzo".

Ma quest’anno che cosa è accaduto? "Fino a ieri -afferma- siamo stati avvolti da una gigantesca alta pressione che ha mantenuto le perturbazioni decisamente a Nord ed il brutto tempo invernale quello del freddo e della neve sulle Alpi è rimasto a circa 1000 chilometri di distanza".

"Sono mancate tutte o quasi -continua Laurenzi- le perturbazioni del tardo autunno ed inizio inverno, se si esclude l’unico evento che ha portato la gran pioggia in Piemonte e in Liguria. Le perturbazioni di novembre ed inizio dicembre sono quelle che arrivano da Sud-Ovest e che se sono già sufficientemente fredde fanno nevicare sul versante italiano delle alpi, quello appunto rivolto a Sud".

"Le previsioni ci dicono che -assicura- giovedì e venerdì arriverà il freddo e la neve ma ancora una volta le Alpi rimarranno un po’ fuori da questo evento che riguarderà principalmente l’Appennino centrale e meridionale e localmente anche le coste dell’Adriatico. E sulle Alpi le previsioni più ardite ci dicono che si avrà dopo il 15 del mese, intorno al 18, staremo a vedere, per ora solo spolverate sulla cresta di confine".

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