Federculture, nel Rapporto annuale 2014, evidenzia una diminuzione delle risorse per il Mibact, scese del 24,1% e quelle per i Comuni, scese del 21,4%. Non va meglio per le province (-45,8%), per il Fus che registra un calo dell'11,2% e per il Lotto che presenta addirittura un calo del 67,4%
Nel primo semestre del 2014, cala del 5% il volume d'affari del teatro, si riduce del 9,6% la produzione degli spettacoli lirici e del 14,9% il volume d'affari. Scende anche la produzione dei concerti che registra un -2,8%, compensato però da un volume d'affari in crescita dell'1,53%. Soffermandosi sulla tutela e sulla valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, Federculture prevede una forte riduzione di dotazioni finanziarie di spesa per il 2015 che registrerà un -21,5%.
Questi i dati principali messi in luce da Federculture nel Rapporto annuale 2014 sullo stato del settore, illustrato oggi a Roma alla presenza del presidente del Senato, Pietro Grasso, del ministro per i Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, del presidente Commissione cultura del Parlamento Europeo, Silvia Costa, di Carlo Fuortes, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma e del sindaco di Matera, Salvatore Adduce.
Nel corso della presentazione del Rapporto, argomentato dal presidente Roberto Grossi, sono stati anche messi in luce i dati relativi al periodo 2008-2013. Un quadro che evidenzia diverse criticità a partire dal calo degli investimenti: si abbassano, spiega Federculture, le risorse per il Mibact, scese del 24,1% e quelle per i Comuni, scese del 21,4%. Non va meglio per le province (-45,8%), per il Fus che registra un calo dell'11,2% e per il Lotto che presenta addirittura un calo del 67,4%.
Anche sul versante dei privati, Federculture propone dei dati negativi. Considerando sempre gli anni 2008-2013, il Rapporto sottolinea un calo delle sponsorizzazioni pari al 40,9%, delle erogazioni liberali del 25% e degli investimenti delle Fondazioni bancarie del 48%.Federculture, poi, segnala che in due anni (2011-2013), gli italiani hanno speso 5,8 miliardi in meno per cultura e tempo libero. Non solo: le famiglie hanno speso 1,2 miliardi in meno per servizi culturali e libri.
A fronte di tanti dati negativi, però, Federculture propone anche degli esempi virtuosi come quelli rappresentati, ad esempio, dai Musei Civici Veneziani il cui autofinanziamento è pari al 97%, dal Museo Egizio di Torino, la cui quota di autofinanziamento è dell'81%. Il livello di autofinanziamento dell'Azienda Speciale Palaexpo di Roma, invece, è pari al 53% mentre la quota di autofinanziamento della Triennale di Milano è del 79%. Tra le ricette che propone Federculture c'è un maggiore coinvolgimento dei giovani nella valorizzazione di siti minori introducendo agevolazioni per lo start up d'impresa.