''Non abbiamo trattato con i tifosi, e non sono stati loro a decidere se giocare o meno la partita''. Lo dice all'Adnkronos Armando Forgione, direttore dell'Ufficio Ordine pubblico del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, in merito a quanto avvenuto ieri allo stadio Olimpico, durante la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, poi vinta dalla squadra di Benitez.
''Abbiamo solo permesso loro di avere notizie affidabili, cioe' le nostre -rimarca il dirigente superiore di Polizia- perche' eravamo le persone che stavano sul caso: avevamo gia' le idee chiare su chi fosse il personaggio fermato, e informazioni certe sullo stato di salute di uno dei feriti, che i partenopei ritenevano addirittura deceduto. Dovevamo dire, a qualcuno che risultasse credibile per i tifosi del Napoli e per la loro curva, quello che era davvero accaduto e spiegare che non avevano motivo di accusare la rifoseria avversaria'', evitarendo cosi' altri incidenti.
''Qualche ora prima della partita -ricostruisce Forgione- un pazzo e' uscito con la pistola e ha teso un agguato a dei tifosi che stavano andando allo stadio, sparando ben sette colpi. Un episodio folle, non prevedibile, e che ha destato preoccupazione nella tifoseria del Napoli anche perche' subito si sono diffuse false notizie". (segue)