Roma, 9 mag. - (Adnkronos) -"Ogni settimana sento voci su un nuovo tecnico, sento che non abbiamo programmato. Che devo fare? Sono arrivato ed ho salvato la squadra, poi il quarto posto. Poi 62 punti ed un quarto posto, mettendo dietro Juve, Inter, Roma, Milan. Non so cosa si pretenda: non c'è riconoscimento e gratificazione per il nostro lavoro. Non viviamo un ambiente facile quest'anno: il destino era nelle nostre mani. Bisogna cambiare atteggiamento anche nelle critiche, non si può lavorare così". E' lo sfogo dell'allenatore della Lazio, Edy Reja, nella conferenza stampa della vigilia del match contro l'Inter a San Siro
"L'obiettivo Europa League non è ancora fallito, abbiamo ancora una minima percentuale di centrare l'obiettivo. L'Europa sarebbe stata una grande conquista per i tifosi e per la Lazio, ma non è detta l'ultima parola -prosegue l'allenatore della Lazio-. Ogni volta che vado allo stadio ci sono dei fischi al mio nome. Non capisco perché, vorrei capirlo. Non devo piacere a tutti ma di cosa stiamo parlando? C'è una linea critica che colpisce tutti ma serve un distinguo"
"Difficile prendere applausi alla Lazio in questi periodi, ma io -sottolinea Reja-, ho la gratificazione e il consenso di squadra, dirigenti e collaboratori. Bisogna cambiare atteggiamento e critiche nei miei confronti".