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Calcio: vedova Raciti, ieri ho visto debolezza vertici Stato

04 maggio 2014 | 13.12
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''Sono molto amareggiata e addolorata, umiliata e offesa. Indignata. Sono indignata. Mio marito era un servitore dello Stato che ha indossato la divisa a 19 anni, con onore. E' morto cosi', con quell'onore. E non si deve dimenticare. Nessuno si deve permettere di umiliare quel sacrificio e disprezzare i poliziotti che ogni giorni escono da casa senza sapere se torneranno''. Lo dice all'Adnkronos Marisa Grasso, la vedova dell'ispettore capo di Polizia, Filippo Raciti, morto il 2 febbraio del 2007 nello stadio di Catania, che ieri sera in tv ha visto la maglietta indossata dal capo ultras del Napoli, Genny, detto 'a Carogna', con la scritta 'Speziale libero' durante la finale di Coppa Italia vinta poi dal Napoli contro la Fiorentina.

''Ieri -rimarca Marisa Grasso Raciti- ho visto la debolezza dei vertici dello Stato nel vedere quell'individuo sugli spalti a dettare legge. E con quella maglietta in mostra sugli spalti, che portava la scritta di un assassino. Nessuno ha detto niente: una vergogna''. ''Ho subito un calvario giudiziario di 6 anni -spiega ancora la vedova Raciti- chiedendo giustizia per un uomo amazzato. C'è stata una condanna, nessuno si puo' permettere di indossare una maglietta con il nome di un assassino''.

Marisa Grasso si commuove: ''Mia figlia Fabiana mi ha detto che e' stanca di vivere in questo paese, vuole andare via dall'Italia. Non e' giusto subire sempre. Eppur eil prmeier Matteo Renzi era li' all'Olimpico a vedere la partita. E allo stadio c'erano anche il presidente del Senato, Pietro Grasso e altri vertici dello Stato. Non ho ricevuto nessuna telefonata di solidarieta', se fosse scappato il morto sarebbero corsi ai funerali. Io -conclude la donna- sono onorata di essere stata la moglie di Filippo Raciti: voglio rispetto per la sua memoria''.

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