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Lavoro: Calderone, concentrarsi su riassetto contratti

17 settembre 2014 | 10.15
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La presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti lavoro, Marina Calderone, interviene nel dibattito sulla riforma del lavoro e in particolare sulla modifica dell'articolo 18, spiegando la sua 'ricetta' per l'accesso al mercato dell'occupazione: "Si riduca l'apprendistato a un contratto di collegamento tra l'istruzione e il lavoro e il professionalizzante diventi un contratto di inserimento".

Marina Calderone
Marina Calderone

"Mi concentrerei sul riassetto dei contratti e sui servizi per il lavoro. Poi, forse, si potrebbe parlare di articolo 18. Occorre un assetto organico, non è un problema di flessibilità insufficiente. Prendiamo l'apprendistato. Ogni anno ci sono meno di 400mila avviamenti. Il fatto è che fare un contratto di apprendistato è complicato: ci sono tre tipologie, poi ci sono le norme regionali". Così, in un'intervista a 'Il Sole 24 Ore', Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro.

"Per le imprese il peso è la formazione inutile -fa notare- quella che gratifica i formatori ma non i destinatari. Si riduca l'apprendistato a un contratto di collegamento tra l'istruzione e il lavoro e il professionalizzante diventi un contratto di inserimento, con linee guida unitarie focalizzate sui fabbisogni formativi".

"Ricordo che l'articolo 18 -osserva Marina Calderone- riguarda una minoranza di aziende. Se il limite di 15 dipendenti è giudicato un blocco alla crescita dimensionale, allora bisogna riflettere su tutti i vincoli che nascono con il superamento dei 15 addetti. In realtà, serve tanta semplificazione e meno oneri sul lavoro".

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