L'intervento della presidente del comitato unitario delle professioni.
"I professionisti sono pienamente impegnati sulla lotta alla corruzione. I nostri compiti, in particolare delle professioni dell'area giuridico-economica, sono importanti ed estremamente difficili in termini di assunzione di responsabilità". Così Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni e del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, con Labitalia, sul fenomeno della corruzione.
"Tutto quello che fanno le categorie economiche e giuridiche in materia di antiriciclaggio e quindi di contrasto ai fenomeni elusivi -sottolinea Calderone- è noto a tutti. Io credo che quindi sia importante anche in questo caso l'approccio alla norma: più le norme sono semplici, più sono comprensibili, più sono facilmente anche applicabili. Oltre al fatto che, ad esempio nella gestione del rapporti di lavoro, e nell'ambito degli appalti, molto dovrà essere fatto per dare effettiva consistenza alla lotta contro il lavoro sommerso".
"Perchè non basta -sottolinea Calderone- un documento unico di regolarità contributiva per dire che un'azienda è pienamente regolare".
Per Calderone, "la regolarità si vede anche sul fronte della piena occupazione ma soprattutto su quello dell'utilizzo corretto di tutte le norme contributive e contrattuali, quindi ci vogliono certamente ulteriori assunzioni di responsabilità da parte dei professionisti".
"Ad esempio -continua la presidente del Comitato unitario delle professioni- i consulenti del lavoro sono impegnati con il ministero del Lavoro in una procedura di asseverazione della responsabilità contributiva ed economica delle aziende, che si chiama Asse.co, che serve proprio per evidenziare ancora di più chi, con difficoltà, sta rimanendo aderente alle norme e ha un comportamento virtuoso. L'asseverazione serve per dimostrare anche che oggi è importante puntare veramente sulla ricerca effettiva della correttezza contributiva e contrattuale".
E quindi, in conclusione, per Calderone, serve "maggiore incisività e maggiore responsabilizzazione dei professionisti, e soprattutto valorizzazione della funzione sussidiaria dei professionisti nei confronti con lo Stato". "Serve anche per far sì che lo Stato - aggiunge - possa raggiungere le sue finalità affidandosi a coloro i quali per legge hanno una funzione di tutela della legalità che si trasferisce nella garanzia della fede pubblica che oggi hanno gli ordini professionali".
