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Lavoro: Calderone (Cup), vigileremo su decreti Jobs act

18 dicembre 2014 | 15.12
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La presidente del Comitato unitario professioni. "Serve inversione tendenza".

Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni e del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro
Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni e del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro

"Staremo a guardare e vigileremo su quelli che saranno i decreti delegati del Jobs act, perchè vorremmo vedere una inversione di tendenza e una maggiore attenzione a tutti quegli strumenti che servono per accompagnare al lavoro chi oggi non ha un'occupazione perchè l'ha persa". Così Marina Calderone, presidente del Comitato unitario delle professioni e del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, intervistata da Labitalia sul Jobs Act.

Per Calderone, "il Jobs act è una scommessa, è una legge di principi che poi deve essere tradotta in decreti delegati". "Io dico sempre che la massima attenzione dei professionisti - osserva - è proprio al decreto attuativo, perchè questo, e il modo in cui viene scritto, è l'elemento che potrebbe condizionare in modo positivo e negativo la ricaduta di quel provvedimento stesso".

"Quindi, noi guarderemo con attenzione -continua Calderone- a come verranno scritti questi decreti, cercando di sollecitare il governo a produrre degli atti normativi che possano essere realmente efficaci, ma soprattutto scritti bene all'insegna della semplificazione. E di quella vera, e non di quella che quando sopprime un apprendimento ne fa sorgere altri due".

Per Calderone, dal Jobs act dovrà arrivare una svolta, "con un'attenzione a un mondo del lavoro che non si può vedere e concepire in chiave di rapporti di lavoro subordinato e a tempo indeterminato".

"Noi -insiste- abbiamo bisogno di flessibilità, di integrazione lavorativa, di pari dignità tra lavoro autonomo e lavoro subordinato. E abbiamo bisogno certamente di un mercato del lavoro in cui funzioni l'orientamento e l'accompagnamento al lavoro. Quindi, nuovi servizi per l'impiego. E noi diciamo una nuova dimensione statale o perlomeno -aggiunge la presidente del Comitato unitario delle professioni- una riassunzione in capo allo Stato di una parte delle competenze in materia di gestione del mercato del lavoro, perchè oggi la troppa frammentazione fa sì che sia veramente difficile vincere la scommessa della piena occupazione e soprattutto dare delle opportunità ai giovani".

"Il nostro -ribadisce Calderone- è uno dei mercati del lavoro peggiori in Europa e nel mondo. Troppa rigidità e troppi adempimenti rendono estremamente difficile creare una condizione in cui ci sia anche la possibilità di non disperdere quelle energie che vengono dall'Europa".

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