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Caldoro: "Nulla potevo contro 'macchina da guerra' De Luca"

23 settembre 2020 | 19.30
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Foto Fotogramma
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''De Luca ha messo in campo una grande macchina da guerra, con 15 liste vere. E almeno quattro liste si sono spostate con lui post Covid. La pandemia ha cambiato totalmente la campagna elettorale, l'ha stravolta...''. Stefano Caldoro spiega all'Adnkronos le ragioni della sua sconfitta in Campania. Parla di una ''valanga Covid'', che ha ''travolto l'intero centrodestra'', impossibile da fermare.

Dati alla mano, l'ex governatore fa un'analisi del voto nazionale per poi soffermarsi sul caso campano, dove Fi, Fdi e Lega hanno appena superato il 5%: ''I quattro presidenti di Regione vincitori uscenti hanno goduto di un bacino personale che non è né di destra, né di sinistra, ma tutto attribuibile alla paura Covid. Ecco i numeri: le liste che fanno riferimento ad Emiliano in Puglia hanno raggiunto quota 15%, quelle di De Luca hanno superato il 30%, mentre la lista Toti ha fatto il 23% e la lista Zaia il 45%. Sono una dote personale''.

''Forse per le forze portate in campo -sottolinea- De Luca e Zaia vincevano da soli: potevano tranquillamente scendere in guerra contro il resto del mondo...''. ''Di fronte a questa valanga -insiste- che potevamo fare? Tutte le persone che ho incontrato in campagna elettorale, soprattutto moderati, mi dicevano: 'Siamo in emergenza, non si cambia il comandante che guida la nave in tempesta, anche se può non piacere...''.

Questo il sentiment dell'elettorato campano post emergenza, secondo Caldoro che non scarica su nessuno la colpa del risultato azzurro, convinto che non c'è stato 'fuoco amico' e che le faide interne di cui parlano non hanno pesato: ''Sono state irrilevanti''.

''Prima del Covid, nonostante una forte dialettica interna ai partiti della coalizione -assicura-tutto il centrodestra era 10-15 punti percentuali stabilmente avanti, ma poi tutto è cambiato con il virus, durante il lockdown e dopo", quando si è registrata anche una forte transumanza verso De Luca, con ''tanti casi di trasformismi dell'ultima ora, puntualmente denunciati''.

''Quando i sondaggi premiavano i presidenti Covid, gli sceriffi -avverte-, in tanti si sono buttati sul carro del vincitore. Toti e Zaia però hanno almeno governato bene non hanno avuto solo il beneficio Covid. Sono tutti bravi a stare in campo con il vento in poppa, io almeno ho avuto il coraggio di navigare con il vento contrario e il mare in tempesta con tutti i sondaggi post Covid contro...".

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