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Calenda nella 'tana del lupacchiotto'

18 maggio 2019 | 16.36
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Il fondatore di Siamo Europei replica a chi gli chiede se ha avuto paura ad affrontare la piazza della Lega

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Io nella tana del lupo? Un lupacchiotto, non esageriamo io sta cosa che c'è la bestia, il lupo, ma mi sembra che il problema è opposto: che c'è poco spessore...". Così Carlo Calenda, fondatore di Siamo Europei replica a chi gli chiede se ha avuto paura ad affrontare la piazza della Lega. "Le persone che ho incontrato sono cittadini che hanno le loro idee e io non ho mai avuto paura dei cittadini in vita mia. Siamo stati mezz'ora a chiacchierare, c'è chi mi ha fatto i complimenti per Industria 4.0 e chi mi ha detto che ho avuto coraggio". 

"Non voglio sfidare nessuna piazza", aggiunge Calenda, ma non è il vicepremier Matteo Salvini a "decidere dove vado, io sono libero di andare dove voglio". Un 'affronto' che nasce dopo che il leader della Lega "ha sbattuto la mia faccia sui social come fossi un camorrista e questo non lo accetto. Io vado dove ritengo giusto. Io non ho nemici io ho avversari, Salvini si occupasse di lavorare, di reprimere i reati e si ricordi che è il mio ministro ed sbagliato usare certi toni". "Qualche selfie in piazza, nessun fischio - garantisce Calenda -, ma non ci sarà nessun faccia a faccia oggi: "Salvini mi ha fatto sapere che non ci sarà nessun confronto", ma il leader di sinistra non demorde perché solo con un dibattito aperto "si capisce che Salvini vuole costruire una democrazia illiberale". E conclude : "Io non sono icona di destra o sinistra, non voglio diventare un'icona. La mia reazione è di un democratico quando si sente limitato nei suoi diritti". 

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