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Camera Penale Piemonte: ''Su separazione carriere referendum rischia di essere inutile''

17 febbraio 2022 | 16.12
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"Sono d’accordo con tutti i referendum, anche quello sulla rafforzamento della separazione delle funzioni tra giudici e pm, dico solo che quello rischia di essere un po’ equivoco". Cosi’ all’Adnkronos, Alberto de Sanctis, presidente della Camera Penale ‘Vittorio Chiusano’ del Piemonte occidentale e della Valle D’Aosta, che sottolinea: "L’unica soluzione per la separazione delle carriere è modificare la Costituzione e, soprattutto, modificare l’ordinamento giudiziario con una legge propositiva e non con un referendum che può essere solo abrogativo. Il referendum, dunque, in questo senso non serve, salvo dare un messaggio politico e cioè che la maggioranza degli italiani ritiene opportuna anche una separazione delle carriere".

Per de Sanctis sulla questione, infatti, "c’è un grande equivoco. Quel quesito referendario - spiega - rafforza il principio già esistente della separazione delle funzioni, ossia il magistrato che fa il pm avrebbe sempre più difficoltà a fare il giudicante ma non è quello il vero problema: il vero problema è che il pm e il giudice oggi fanno parte di uno stesso ordine, quindi di uno stesso sistema di avanzamento di carriera e quindi dello stesso Csm, pertanto, sia dal punto di vista disciplinare sia da quello di avanzamento di carriera uno può influenzare l’altro".

"E' la loro interessenza all’interno di un medesimo sistema - prosegue de Sanctis - che crea un problema di separazione delle posizioni e quindi di equidistanza delle parti davanti a un giudice terzo, non quello che un pm può diventare un giudice e viceversa. Il referendum, quindi - evidenzia - rischia di essere inutile salvo dare un messaggio politico - ribadisce - che prescinde dal quesito è che potrebbe essere orientato a rivedere le norme sulla separazione delle carriere".

Quanto ai limiti alla detenzione preventiva, De Sanctis osserva: "il sistema penale italiano è troppo focalizzato sulla misura cautelare e poco focalizzato sul processo per cui si rischia di decidere subito le sorti di una persona nella fase delle indagini preliminari e arrivare all’udienza dibattimento con la sua vita già compromessa dalla misura cautelare. Direi che dovremmo proprio invertire il sistema e, salvo casi estremi, fare processi il più possibile con persone libere davanti a un giudice anziché ribaltare il sistema con un’anticipazione della pena in fase misura cautelare"

Alla base di tutti i referendum, c’è però per il presidente della Camera Penale ‘Vittorio Chiusano’ una preoccupazione di fondo: "l’inammissibilità dei referendum su cannabis ed eutanasia, più significativi dal punto di vista della risonanza e dell’interesse pubblico, porta inevitabilmente quelli sulla giustizia dichiarati ammissibili a essere molto meno interessanti per il grande pubblico e questo preoccupa almeno in termini di affluenza alle urne".

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