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Camere commercio: l'indagine, da riordino sistema 2.570 esuberi

23 luglio 2014 | 16.40
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Unioncamere, un maggior onere a carico del bilancio dello Stato di 89 milioni di euro.

Camere commercio: l'indagine, da riordino sistema 2.570 esuberi

"La norma sulla riforma del sistema camerale potrebbe creare fino a 2.570 esuberi del personale impiegato". E' quanto si legge nell'indagine conoscitiva nell'ambito della riforma del sistema camerale di Unioncamere. "Considerando il costo medio del personale -spiega Unioncamere- si stima che dall’entrata a regime della norma di decurtazione del diritto annuale (2015) per il solo personale pubblico a tempo indeterminato (Camere di commercio e Unioncamere) potrebbero arrivare fino a circa 650 le unità di personale potenzialmente in esubero".

Per quanto riguarda il personale attualmente impiegato in regime di diritto pubblico dalle Camere di commercio con forme di lavoro flessibili, Unioncamere stima, invece, "un taglio netto di circa 230 posizioni".

"Per il personale delle unioni regionali, delle aziende speciali e delle società partecipate il volume della perdita occupazionale -continua- rischia di assumere dimensioni ancora più ampie (non meno di 1.350 unità a tempo indeterminato e 340 unità flessibili). L’effetto complessivo di tali potenziali esuberi di personale (complessivamente 2.570 unità) si tradurrebbe in un maggior onere a carico del bilancio dello Stato di 89 milioni di euro".

Per quanto riguarda il personale attualmente impiegato in regime di diritto pubblico dalle Camere di commercio con forme di lavoro flessibili, Unioncamere stima invece "un taglio netto di circa 230 posizioni. Per il personale delle unioni regionali, delle aziende speciali e delle società partecipate, invece, il volume della perdita occupazionale rischia di assumere dimensioni ancora più ampie (non meno di 1.350 unità a tempo indeterminato e 340 unità flessibili). L’effetto complessivo di tali potenziali esuberi di personale (complessivamente 2.570 unità) si tradurrebbe in un maggior onere a carico del bilancio dello Stato di 89 milioni di euro".

"Nelle 9 camere di commercio siciliane, per effetto della legislazione regionale, gli oneri pensionistici -avverte- del personale cessato sono posti a carico delle amministrazioni stesse. Tale volume di spesa, che ammonta attualmente per le camere interessate a quasi 22 milioni di euro annui per circa 600 tra percettori diretti e beneficiari superstiti, non risulta in alcun modo sostenibile a fronte delle minori entrate da riscossione del diritto annuale".

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